Il progetto video nasce dall’osservazione di un luogo specifico in relazione al termine coniato dal filosofo Timothy Morton, gli iperoggetti, facendo riferimento a «entità diffusamente distribuite nello spazio e nel tempo». Cose enormi difficili da indicare direttamente come la biosfera, il sole, i pianeti, il riscaldamento globale, i prodotti del capitale, la luce, il clima.
L’opera, quindi, indaga un sito specifico che si trova sulla sponda del fiume Marecchia, a Santarcangelo di Romagna. É una discarica abusiva a cielo aperto di 31 mila tonnellate di tetra pak, plastica e alluminio, alta 4 metri che si estende per oltre 100 metri e larga 20. Un enorme oggetto che è presente da più di 30 anni, da quando chiuse la locale cartiera, e ora ai giorni nostri è stato completamente inglobato dall’ambiente circostante e della natura, diventando esso stesso l’ambiente. L’interesse che mi ha portato a indagare questo oggetto è il come quest’ultimo reagisce con gli elementi presenti nei dintorni: l’acqua che si trova nelle vicinanze, la luce che colpisce le superfici riflettenti, il vento, la natura, indagando le loro proprietà fisiche. Un legame invisibile comprende il tutto.
Di profonda ispirazione è stato il termine utilizzato da Duchamp: l’infrasottile. Questo affasciante termine fa riferimento al “guardare due volte le cose” e a quei piccoli fenomeni impercettibili, come le differenze minime, i passaggi di stato della materia e suggerisce un modo diverso di vedere e sentire la realtà. Il riferimento al “guardare due volte le cose” sottolinea la differenza tra il guardare e il vedere, poiché la prima volta è un osservare, la seconda è vedere. L’importanza di vedere oltre ad una apparente realtà, diviene fondamentale nel nostro contesto storico e culturale e ha influenzato profondamente l’approccio con cui mi sono posto per relazionarmi a questo luogo.
L’intento è quello di percepire la complessità di ciò che mi circonda, ritrovare un legame più profondo con la realtà evidenziando i cambiamenti minimi di luce, i piccoli movimenti, i riflessi, i suoni, la presenza della natura e di questo oggetto discarica nascosto; dimostrando come queste realtà siano interconnesse tra di loro.
Nato nel 1995, si è laureato all’Accademia di belle arti di Urbino in Nuove tecnologie dell’arte nel 2019. Partecipa alla mostra collettiva “MERZbau fotografie” presso Bologna ,Galleria SanteVincenzi e al SifestOff Savignano immagini festival nel 2017. Nel 2018 vince il “Premio Nazionale delle Arti 2018 Palermo” nella sezione arti figurative e scenografiche.