Premio Combat Prize

Silvia Bigi - Premio Combat Prize

OPERA IN CONCORSO | Sezione Fotografia

 | Cicatrici

Cicatrici
fotografia digitale, stampa gicl
dittico: 66 x 100 cm cad.

Silvia Bigi

nato/a a Ravenna
residenza di lavoro/studio: Ravenna, ITALIA


iscritto/a dal 03 mag 2019


Under 35

http://www.silviabigi.com


visualizzazioni: 840

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Origami (referto medico),
fotografia digitale, stampa gicl
50 x 75 cm

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Genesi di un ricordo
fotografia digitale, fotocopia su carta, stampa inkjet
32 x 171 cm

 | Cicatrici, installation view

Cicatrici, installation view
fotografia digitale, installazione, suono, variabili
variabili

Descrizione Opera / Biografia


Il 10 agosto 1985 un aereo precipita nel bosco. Un passeggero si sveglia e, nonostante le gravi condizioni, decide di cercare aiuto. Lo attendono la moglie, il figlio di 9 anni, la figlia di soli 2 mesi e mezzo, e altri familiari, che – ignari dell’accaduto – aspettano di vederlo attraversare il cielo. Il passeggero cammina a piedi nudi per ore, trovando la via del ritorno. Tutti ricordano il momento in cui riapparve. Solo la figlia appena nata non ne ha memoria, ed è potuta risalire ai fatti solamente grazie alle storie della sua famiglia. Quella bambina, ero io.
Cicatrici nasce dal bisogno di far luce su un evento che ha segnato profondamente la mia vita, e di cui, ironicamente, non ho alcun ricordo. Nei primi mesi di vita, infatti, la corteccia cerebrale non è abbastanza sviluppata per trattenere i ricordi, anche se da qualche parte, dentro di noi, continuano ad esistere. Ho deciso così di compiere un viaggio nella memoria e nei suoi processi imperscrutabili, e un viaggio reale, volto a ricostruire il percorso compiuto da mio padre quel giorno, in cerca di tracce tangibili nel presente. Il progetto si compone di documenti, testimonianze, fotografie e installazioni che ruotano attorno ad un’immagine mancante: il ricordo di mio padre che riappare davanti ai miei occhi. Seppure nato da un’esigenza intima, il lavoro mi ha condotta altrove. Quel giorno infatti lui si trovava in volo solamente per scattare fotografie aeree del luogo. Mentre ’sorvolavo’ le stesse montagne servendomi di Google Earth, mi sono resa conto della profonda trasformazione che le immagini hanno subito nei trentatre anni intercorsi. I resti dell’aereo nel bosco escono così dalla mia storia personale, diventando vere e proprie reliquie di un culto per la fotografia scomparso. Le immagini non sono più le stesse, è vero. Eppure il mio viaggio dimostra come continuino ad avere un ruolo primario nelle nostre vite.
Il dittico qui presentato mostra due superfici: le cicatrici di mio padre e una lamiera dell’aereo ritrovata nel bosco, che portano con sé lo stesso segno. Toccati dallo stesso fuoco quel giorno e ricongiunti grazie al mio gesto, questi due elementi diventano la sintesi del mio viaggio, del mio tentativo di ricucire ciò che si era perso.
Nota Biografica:
Silvia Bigi nasce a Ravenna nel 1985. Si laurea al DAMS di Bologna, consegue un Master presso il Centro Sperimentale di Fotografia Adams di Roma, e prosegue con un corso all’International Center of Photography di New York. La memoria di eventi traumatici, l’identità di genere e l’impatto che le strutture famigliari e le tradizioni culturali hanno sull’individuo sono alcuni dei temi interrogati nelle sue opere. Il suo lavoro è stato esposto in mostre collettive e personali, in Italia e all’estero. Nel 2017 è selezionata per una residenza d’artista presso Bòlit, Centro di Arte Contemporanea della Catalunya e per la Chambre Blanche, Quèbec. Nel 2018 è vincitrice del Premio Nocivelli ed è tra le dieci artiste selezionate per il Festival Internazionale Organ Vida. Il suo lavoro è stato incluso nella mostra Engaged, Active, Aware vincitrice del Lucie Award nella categoria ’Best Exhibition’, ed è selezionato da Diane Dufour e Mike Trow per Der Greif e World Photography Organisation. Nel 2019 è tra i sette artisti selezionati per Giovane Fotografia Italiana, ed è parte della mostra Da Man Ray a Vanessa Beecroft, a cura di Mario Trevisan e Donata Pizzi, presso il Museo di Santa Giulia di Brescia.