Premio Combat Prize

Regy - Premio Combat Prize

OPERA IN CONCORSO | Sezione Pittura

 | Thildegarde

Thildegarde
tecnica mista,
48x33 cm

Regy

nato/a a Livorno
residenza di lavoro/studio: Livorno, ITALIA


iscritto/a dal 23 feb 2019


Under 35

http://www.instagram.com/jack_regy_torr/?hl=it


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Descrizione Opera / Biografia


Laureato in Cinema, musica e teatro a Pisa (anno accademico 2009-2010) e in Discipline della musica, dello spettacolo e del cinema dell’Università di Udine (anno accademico 2012-2013), Jacopo “Regy” Torriti, classe 1987, livornese di nascita, da sempre alterna la teoria cinematografica con la pratica, ora collaborando con amici videomakers (tra i quali, Luca Bardi e Drosera Videoproduzioni) nella realizzazione di filmati, ora lavorando a progetti personali di editing video. Col nome di “Jack Towers” Jacopo gestisce insieme al (video)artista Giulio Zannol un canale vimeo (https://vimeo.com/user6385992/videos), dove è possibile dare un’occhiata ai suoi mashup. È nei ritagli di tempo che azzarda a scarabocchiare qualcosa. Quando la sua matita non è impegnata a disegnare storyboard, s’intende.Le sue opere – che sono state esposte in passato a Livorno, a Gorizia e a Roma – sono perlopiù originate da suggestioni e/o illuminazioni che alcune città europee in cui l’artista ha soggiornato (tra le quali Parigi) hanno saputo scatenare nell’animo dell’autore; e rappresentano per lui ora progetti passati abortiti troppo presto, ora ricordi confusi, velati di una nostalgia insostenibile, ora progetti futuri, ancora in fase di sviluppo. Il tutto calato in una grottesca dimensione onirica, frutto di un processo di trasfigurazione del reale e di una sperimentazione continua (ed ingenua, allo stesso tempo) sul colore, attraverso un’eterogeneità di strumenti a disposizione (matite, pennarelli, tempere, pastelli ecc...), senza disdegnare in tempi recenti l’utilizzo del digitale (grazie agli insegnamenti di artisti grafici, quali Angela Vianello e David Orlandelli).“Thildegarde” nasce come esperimento visivo, dettato dal desiderio dell’autore di immergere le sue bizzarre creature – omaggianti le figure in plastilina di Tim Burton e di Henry Selick – dentro un universo pittorico klimtiano, dove in mancanza di chiaroscuri, è il contrasto cromatico tra forme geometriche a creare una parvenza di profondità di campo. Ma l’austerità della composizione non deve trarci in inganno. Se infatti l’occhio dello spettatore di primo acchito cade sull’aristocratica quanto inquietante figura a quattro braccia al centro del quadro (la Thildegarde del titolo), successivamente la fruizione scende inesorabilmente su una bambina occhialuta visibilmente scocciata di avere un artiglio della matrigna sopra la sua testa. Il perturbante viene di colpo nullificato da un’occhiataccia infantile, svelando di conseguenza un coté ironico ben nascosto sotto la freddezza compositiva di quest’ultima visione pittorica del Torriti. Giacché l’ironia è la vera chiave di lettura dei suoi lavori. Anche quelli più cupi.