Premio Combat Prize

Raffaele Cirianni - Premio Combat Prize

OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

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Raffaele Cirianni

nato/a a Venaria Reale
residenza di lavoro/studio: Venaria Reale, ITALIA


iscritto/a dal 09 apr 2019


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Descrizione Opera / Biografia


Descrizione:
Da oltre mezzo secolo i temi legati allo stato di salute del nostro pianeta sono al centro del dibattito contemporaneo sul futuro dell’umanità.
Nello specifico l’inizio di questo nuovo millennio è stato caratterizzato dall’acuirsi di tutte le problematiche legate al riscaldamento globale (Global Warming).
Contemporaneamente però, stiamo vivendo anche la grande epoca delle “immagini”, un flusso infinito ed ininterrotto di queste ultime assale ogni dispositivo tecnologico a nostra disposizione, e mai come oggi l’uomo affronta il mondo e l’esistenza visivamente e visualmente.
Negli ultimi 10 anni molti di questi dispositivi monitorano giornalmente il più spaventoso degli effetti del Global Warming: lo scioglimento dei ghiacci nei nostri poli. I principali mezzi di monitoraggio che abbiamo a disposizione sono i satelliti in orbita che catturano ed inviano continuamente dettagliate immagini di come i ghiacci dell’Artico stiano scomparendo in maniera drastica e costante.
Se ci trovassimo dinnanzi ad una barriera di ghiaccio dell’Artico, in mancanza di un metro di paragone (legato alla permanenza nel tempo in quel luogo) sarebbe logicamente difficile constatare in maniera efficace il disastro a cui stiamo assistendo.
Solo confrontando un’immagine di esso cinquant’anni fa con una fotografia odierna, infatti, metterebbe la nostra percezione visiva in stato d’allarme.
Ecco dunque svelata l’importanza delle immagini o delle fotografie satellitari: in definitiva sono il mezzo più diretto per poter illustrare precisamente il terribile cambiamento in atto.
Così queste tematiche care alla contemporaneità hanno stimolato il mio ingegno nell’inventare un sistema di post-produzione dell’immagine fotografica “particolare”.
Selezionata dal web un’immagine totalmente “Free Use” in altissima definizione, (dunque senza copyright alcuno) che raffigura il segno del passaggio di una nave “Rompighiaccio” nell’Artico, ho proceduto a modificarla seguendo un percorso di post-produzione non convenzionale, dunque senza servirmi in maniera alcuna di programmi con questo preciso scopo (Photoshop, Illustrator, ad esempio)
In sintesi, ho modificato il formato dell’immagine fino a trovarne uno che potesse essere letto da un Editor di testo (strumento base per la programmazione informatica) cosicché l’immagine è apparsa nella schermata, come una serie lunghissima di codici (dalle sessantamila righe in su).
Successivamente, tramite ripetuti tentativi, sono andato a corrompere la fotografia dal suo interno, in maniera irreversibile, aggiungendo prima casualmente e poi con criterio numeri e parole nel codice.
Come il riscaldamento globale sta danneggiando i poli, così il mio gesto ha danneggiato l’immagine,
Ho ottenuto infine una galleria di fotografie “pittoricamente” rovinate da cui ho selezionato le tre che preferivo.
L’immagine dell’Artico, come l’Artico stesso, ha subito un processo di “impoverimento” in tutti i sensi, dunque e soprattutto di dimensione e di qualità.
Infine ho scelto di installarle su di un supporto: una struttura costruita a partire da un deambulatore ortopedico.
Il deambulatore è per molti umani ammalati o anziani il supporto necessario per muoversi, per andare avanti.
Individui o entità in qualche modo compromessi dall’interno che stanno seguendo un processo di mutazione come la malattia: reversibile (tramite una cura) o come la vecchiaia, dunque irreversibile.
il mio augurio (spero il nostro) è che il “Global Warming” sia una malattia da cui possiamo guarire e non un problema senza soluzione come sembra apparire oggi, ma è di primaria importanza cooperare come umanità affinché questa convalescenza possa portare alla salute, per noi e per il nostro pianeta.
Biografia:
Raffaele Cirianni (09/08/1994) ex studente del corso di Filosofia presso l’Università di Torino, in seguito allievo dell’Accademia Albertina del corso di Scultura, prima sotto la guida dell’artista italiano Mario Airò e successivamente con l’artista Franko B.
Concentra la sua ricerca sul rapporto tra l’arte e la contemporaneità in ambito tecnico, scientifico e filosofico, ponendo particolare attenzione allo sviluppo delle tecnologie relazionate ai mutamenti dei sistemi sociali.
Ha partecipato a numerose mostre collettive e workshop, simultaneamente ad esperienze legate alla critica e alla curatela.
Vive e lavora a Torino.