Descrizione Opera / Biografia
L’osservazione del cielo è da sempre considerata parte della natura dell’uomo, la vastità della volta celeste è alla portata dell’occhio ma fisicamente irraggiungibile. Tanti sono stati i tentativi di rappresentare una porzione di spazio così immenso, cercando di racchiuderlo in una apparente cornice, delineando così dei presunti confini. La fotografia per le sue caratteristiche ha contribuito all’affermazione di questa mappatura del cielo, che però muta continuamente senza mai ripetersi, sarebbe impossibile creare due immagini uguali della stessa porzione di spazio. Una singola fotografia dell’universo raccoglie un’infinita vastità di informazioni, molte delle quali ancora sconosciute dall’uomo. Rappresentare anche solo una porzione ci porta ad immaginare quanti mondi posso esistere al di là della nostra visione. Free Fall (Caduta Libera) parla delle infinite possibilità delle immagini di essere reinventate o modificate, del mutamento continuo della realtà in favore di tanti modelli possibili o utopistici. L’autore si interroga sulla riprogrammazione dello spazio fotografando diverse volte la stessa immagine stampata su carta, una ripetizione del gesto che muta continuamente così come la volta celeste, proponendo uno scenario idealizzato dell’universo, che al contempo diventa definito e materico, portandolo in una direzione più oggettuale. Il quesito principale della ricerca è se può esserci possibilità di affermare qualcosa di per sé non affermabile o semplicemente è necessario lasciarsi cadere non formandosi mai, continuando a guardare un paesaggio diverso che non si può afferrare?
Biografia: Michele Ambroni nato a Cesena (Italia) nel 1989, si diploma all’Accademia di belle arti di Bologna in Fotografia. Proprio durante gli studi inizia una ricerca sul mezzo fotografico e sui suoi possibili usi attraverso il concetto di caduta e fallimento, manipolando apparecchi da ripresa, immagini d’archivio e mescolando tecniche analogiche a sperimentazioni digitali. Con l’utilizzo di diversi media cerca di ribaltare o cambiare il senso delle immagini, creando sempre nuove visioni, a volte discutibili o talmente verosimili da sembrare reali.Espone la sua prima ricerca dal titolo Primavera (2016) alla Quinta edizione della Biennale Giovani Fotografi Italiani, presso il Centro Italiano della Fotografia d’Autore a Bibbiena (Arezzo).