Descrizione Opera / Biografia
De pulchritudinis absentia è il risultato di una lunga riflessione su temi estetici e ontologici; un tentativo di sintetizzare in immagini un pensiero sullo stato dell’arte e dell’umanità stessa nell’epoca dell ”estetizzazione globale”.
Le opere qui presentate invitano a confrontarsi con un’idea di bellezza (e la sua relativa assenza) standardizzata, fagocitata nel sistema, vittima di un fraintendimento effimero e deleterio; niente più di uno specchietto per le allodole che, inevitabilmente, finisce per smentire se stesso e svelare l’essenza intima di un’umanità più fragile che mai, come antiche statue pronte a sgretolarsi sotto i colpi del tempo.
L’autore: Marco Corridoni nasce il 26/09/1991 e cresce nel piccolo paese di Monte Vidon Corrado, celebre per aver dato i natali all’artista Osvaldo Licini.
Dopo gli studi umanistici si trasferisce ad Urbino, dove si iscrive all’Accademia di Belle Arti, nella cattedra del prof. Carboni.
Nel 2013 viene selezionato come finalista del Premio Nazionale delle Arti con l’opera «The prisoner».
Nel 2014 consegue il diploma di primo livello in pittura e vince il premio Dina Camillini indetto dalla Piero Guidi hspa con l’opera “Angeli del nostro tempo”.
Nello stesso anno viene selezionato come finalista nel prestigioso Premio Arte Laguna, esponendo all’Arsenale di Venezia.
Successivamente partecipa nella collettiva “Random 3” a Palazzo Ducale di Urbino e come finalista al contest internazionale “Who art you3”.
L’anno successivo si trasferisce a Milano e si iscrive all’Accademia di Belle arti di Brera.
Viene selezionato dalla critica e curatrice d’arte Cecilia Casadei tra i cinque artisti per la collettiva “Madri, figli”, tenutasi all’archivio di stato di Pesaro.
Sempre nel 2015 il maestro Omar Galliani lo sceglie per la collettiva “Ancora nuovi segni”, nella quale espone due opere nella Galleria d’Arte Antonello da Messina, Legnano.
Nell’estate del 2016 realizza un’esposizione personale presso il salone Toni&Guy di Milano Turati.
Nel 2018 espone all’Hemingway Theatre di Jesi, in una bipersonale curata dalla critica e curatrice Camilla Boemio.
Nello stesso anno espone nella città di Fermo, in una personale curata da Diego Paride Della Valle.