Descrizione Opera / Biografia
Il sacrificio espiatorio era lo strumento che Dio donava all’uomo per riconciliarsi con lui dopo un allontanamento causato dal peccato. Il messaggio , contenuto nel libro del Levitico, stabilisce delle norme che devono essere comprese come funzionali alla convivenza fra Dio e il suo popolo. I sacrifici, quindi, sono designati con la parola ebraica ”qorban”, la cui etimologia indica un avvicinamento. In previsione dell’allontanamento causato dal peccato, nel Levitico Dio dona anche uno strumento di riconciliazione, il sacrificio espiatorio: ”Siate santi perché io sono santo”. L’artista ha creato un artificio: corpi di animali e fiori, forme e colori diventano un unicum nella trasparenza della resina. La sofisticata ed elegante bellezza dei fiori si contrappone alla drammaticità della morte esorcizzandola, quest’ultima infatti si fa vita, rifiorisce. La ricerca di Luigi Citarrella apparentemente orientata a stupire e scandalizzare il fruitore attraverso una teatralità quasi barocca, racconta la sacralità del sacrificio dell’uomo a Dio e il suo valore eterno. Luigi Citarrella Palermo 1981. Il suo percorso fin dagli inizi sente una innata predisposizione verso la materia.Nelle aule della scuola di scultura dell’Accademia di Palermo cresce a stretto contatto con grandi maestri.Con gli anni di studio, le sue solide basi si sono arricchite, aprendosi ad una armoniosa unione tra la sua formazione tradizionale e un pensiero sempre più rivolto verso i linguaggi della contemporaneità.Recentemente ha partecipato alla 56° Biennale di Venezia e alla mostra bipersonale dal titolo Presepi d’Artista presso la Galleria Rizzutobr/>Dall’argilla modellata, al marmo scolpito fino alle resine laccate, Luigi realizza delle ”nature morte” dal forte impatto emotivo. Animali morti ,dei quali è stato fatto un calco perfetto, preciso nella resa del dettaglio, impressionante in questo bianco congelato che ne eternizza le forme.Su vitelli, teste di mucca, pelli di suino, polli e galline, cola il gesso liquido, facendoli diventare monumenti all’immortalità, bloccandoli nel loro ultimo sospiro vitale. In realtà nelle forme riprodotte senza vita, si esalta ancora la bellezza del creato, confermando la grandezza dell’arte di restituire il disegno della vita, superandone per sempre il suo limite temporale. Attualmente docente di tecniche della scultura all’accademia di belle arti di R.C