Premio Combat Prize

Isabella Sannipoli - Premio Combat Prize

OPERA IN CONCORSO | Sezione Grafica

 | HOPE

HOPE
paper cutting, carta
125x25

Isabella Sannipoli

nato/a a Gubbio (PG)
residenza di lavoro/studio: Gubbio, ITALIA


iscritto/a dal 13 apr 2019

http://www.aedistudio.com


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paper cutting, carta
25x25

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paper cutting, carta
25x25

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HOPE (dettaglio)
paper cutting, carta
25x25

Descrizione Opera / Biografia


DESCRIZIONE
Il polittico “Hope” è un monumento fragile ai migranti. Soprattutto è un monumento alla speranza, che ha sempre spinto l’essere umano a seguire il sogno di un futuro migliore, nonostante le difficoltà e i pericoli. Un monumento a chi ha perso la vita stringendo in mano quella speranza e al mare, che custodisce il loro nome come un segreto.
L’opera è palindroma, può essere letta da sinistra a destra o da destra a sinistra: la terra natale è pericolosa, la terra di arrivo inospitale. I personaggi continuano a errare in una sorta di limbo senza via d’uscita.
Il paper cutting è una tecnica spesso utilizzata per illustrare favole: i protagonisti sono una madre e suo figlio, ed è come se vedessimo la storia con gli occhi del bambino. L’innocenza della carta bianca, la semplicità delle forme quasi infantile si contrappongono alla drammaticità della scena e permettono di andare oltre i dibattiti politici e le polemiche contemporanee per soffermarsi sulle moltitudini di storie di chi, in ogni tempo e in ogni luogo, si è messo in cammino.
Note: dalla foto non è possibile vedere alcune caratteristiche del lavoro. L’opera è tridimensionale, ogni quadro è composto da tre livelli distaccati tra loro di circa 5 mm. Può essere illuminata frontalmente, ma è stata pensata per essere retroilluminata (come nelle immagini allegate). E’ possibile appenderla oppure appoggiarla a un supporto (la cornice ha una profondità tale da autosostenersi)
BIO
Isabella Sannipoli (1982) vive e lavora a Gubbio, dove ha fondato insieme ad altri creativi Aèdi Studio. Laureata in Arti Visive allo IUAV di Venezia, cerca faticosamente di far convivere il suo mestiere di fotografa con progetti artistici personali. Nel 2012 vince il Premio Celeste (sezione Installazione).
“Fare arte significa ”pensare facendo”: attraverso la fotografia e l’installazione rifletto su me stessa, sul mondo, su quello che non comprendo, su ciò che è familiare e perturbante al tempo stesso. Il tema principale di tutta la mia opera è ”l’essere stranieri”, nella duplice accezione di essere culturalmente e socialmente altri e quella di essere sempre e comunque stranieri a noi stessi, la prima forma di alterità con cui dobbiamo confrontarci. Rivendico la necessità dell’arte come strumento essenziale di analisi della realtà e proposta creativa al tempo stesso. Sento il dovere come artista di creare un’opera solo se ne sento relamente l’esigenza, se non posso fare a meno di raccontare, mettere in discussione, proporre.”