Descrizione Opera / Biografia
L’opera, una installazione metafisica, punta a far riflettere sulla fragilità degli equilibri tra ciò che sono i rifiuti prodotti quotidianamente dall’uomo (in questo caso i supporti utilizzati per l’installazione che sono imballaggi in polistirolo di beni di consumo) e la natura‐ecosistema (rappresentata dal guscio d’uovo, sinonimo di fragilità per antonomasia, che troneggia a baluardo del primato della natura su tutto). Il gioco di equilibri è fragilissimo ma non impossibile da creare, come evidenzia la struttura‐installazione. E’ sufficiente cambiare punto di vista, cambiare il modo di porsi di fronte ad alcune problematiche ed ecco che ciò che in principio era uno scarto può diventare risorsa, infatti, se si espongono le facce del trittico da un lato, queste appaiono simulanti, per colore, dei blocchi di materiale pesante come l’acciaio o il cemento, ma allo stesso tempo, posti uno sopra l’altro in posizioni di equilibrio estreme, insinuano la voglia di comprendere il segreto di questa leggerezza, contrapposta alla pesantezza della forma e la curiosità di chi le guarda, spettatore che, cambiando angolazione visiva, apprezza il nuovo punto di vista: l’opera infatti ci appare in blocchi colorati, dai colori anche sgargianti. Il cambiamento del punto di vista, della prospettiva, fa cogliere l’essenza nuova di quello che era materiale di scarto, destinato a diventare rifiuto, per dargli nuova vita: è il cambio di atteggiamento mentale di fronte alle problematiche, che ci permette di utilizzarle a nostro vantaggio rendendole invece delle risorse, come può essere fatto con gli scarti di qualsiasi genere. La base bianca, al buio, si illumina così come il guscio d’uovo; lo spazio invisibile tra gli stessi ne crea, al buio, un’ulteriore gioco di equilibri visivi tra la superficie piana e la forma tridimensionale ovale. Più intimamente, ė la ricerca di un equilibrio interirore, quella ricerca - genialmente definita - di un ”centro di gravità permanente”. Artista di formazione matura (a 38 anni inizia a frequentare corsi di arte tenuti da maestri friulani, dai quali assimila tecniche di disegno, pittura ad olio, materica, acriclica, acquerello e china) espone permanentemente unitamente ad altri artisti presso Centro Commerciale ”Friuli” di Tavavgnacco.