Premio Combat Prize

Diego Randazzo - Premio Combat Prize

OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

 | Blue Marble

Blue Marble
cianotipia, marmo di carrara, tessuti
2,50x2 m

Diego Randazzo

nato/a a Milano
residenza di lavoro/studio: Milano, ITALIA


iscritto/a dal 11 apr 2019

http://www.diegorandazzo.com


visualizzazioni: 384

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Altre opere

 | Blue Marble (dettaglio)

Blue Marble (dettaglio)
cianotipia, marmo di carrara
2,50x2 m

 | Blue Marble (dettaglio)

Blue Marble (dettaglio)
cianotipia, marmo di carrara
14x27 cm (singola lastra di marmo)

 | Una casa

Una casa
lightbox, legno, luce led, pellicola diapositiva 120 mm
10x80 cm

Descrizione Opera / Biografia


Descrizione dell’opera:
Blue Marble è una famosa fotografia della Terra scattata da Armstrong e Aldrin durante il ritorno dalla missione lunare del 1969. È una delle immagini più iconiche nella storia delle fotografia perché rappresenta la prima immagine della Terra nella sua complessità e completamente illuminata. Da quella distanza la Terra appariva agli astronauti come una biglia, e da qui deriva il termine blue marble, traducibile dall’inglese come ”biglia blu”.
In questo progetto visivo il termine ‘blue marble’ assume un’eloquenza linguistica, oltre che simbolica. Infatti l’utilizzo del marmo come forma scultorea e la tecnica di stampa fotografica Blue print (cianotipo) si pongono a metà strada tra divertissement linguistico, divulgazione scientifica e ricerca visiva.
Tale progetto nasce come una sperimentazione sul marmo, che focalizza l’attenzione sulla missione lunare (dettagli di crateri, particolari dello stivale di Armstrong e altri momenti tratti dalle immagini dell’Allunnaggio) e sui diversi rimandi iconografici ed estetici che ho individuato nel corso della ricerca. Le foto d’archivio della missione sono state ri-fotografate e trasferite sui blocchi marmorei attraverso la cianotipia, antica tecnica di stampa a contatto: qui l’immagine bidimensionale è assorbita totalmente nella pietra diventando così forma scultorea. Dobbiamo rapportarci a questi pezzi di marmo impregnati di blu come a dei reperti archeologici sepolti nelle pieghe della terra. Struttura e forma delle pietre sono ormai intaccate dal tempo, ma l’immagine, che vi è impressa dentro, sopravvive.
Il progetto prevede un ulteriore sviluppo attraverso un dialogo con fotografie originali (stampate su tessuto) che indagano su un tema apparentemente distante: Il Lunapark. Lungi dal voler evidenziare l’elemento giocoso e di intrattenimento di questo contesto, l’accostamento a tali immagini si pone come una riflessione iconografica sul concetto di ascesa e di spinta verso l’inesplorato.
I dettagli di corpi e giostre in azione, che si stagliano con forza sullo sfondo del cielo, entrano in dialogo con le immagini dell’allunaggio, attraverso un meccanismo di straniamento. I giochi di parallelismi visivi e contrasti concettuali in questa ricerca sono evidenti. Anche l’attenzione all’aspetto linguistico del titolo (Blue Marble= significante e significato nello stesso tempo) dimostra questa volontà di esplorazione dei segni. Laddove il titolo Blue Marble denota una predisposizione al gioco linguistico (in un senso didascalico) l’inserimento del soggetto Lunapark ne conferma questo atteggiamento.
Il 20 luglio del 2019 ricade il cinquantenario della missione lunare (1969) e queste ricerca vuole porsi come riflessioni poetica e artistica su un evento unico e di fondamentale importanza per il cammino dell’uomo.
Bio:
Diego Randazzo nasce a Milano nel 1984. Consegue la maturità al Liceo Artistico di Brera e prosegue gli studi in cinema e teatro, laureandosi in Scienze dei Beni Culturali con una tesi in ‘Istituzioni di regia’ presso l’Università degli Studi di Milano. Dopo un iniziale interesse verso la pittura e la performance, ha approfondito le potenzialità espressive e poetiche dei linguaggi multimediali e le modalità di fruizione visiva. Dal 2005 ha partecipato a numerose mostre collettive e personali.
È stato finalista nella rassegna The Gifer Festival 2017 tenutasi presso Fondazione Sandretto Re Rebaudengo - Galleria Sabauda, Polo Reale di Torino ed è stato due volte finalista del Premio Cramum per l’Arte Contemporanea (2017/2018). Nell’edizione del 2017 la giuria del Premio Cramum gli ha conferito il 3 posto. La sua installazione ‘Tutto l’intorno del momento’ è stata segnalata dalla giuria del Combat Prize 2018. Nel 2019 è tra i finalisti del Premio RadarMexico con una personale in programma presso la città di Oaxaca.