Denis Volpiana nasce ad Arzignano (VI) l’11 aprile 1988. Inizia a dipingere fin da bambino e, dopo gli studi di ragioneria, s’iscrive alla Nuova Accademia di Belle Arti a Milano (NABA) diplomandosi con una tesi dal titolo “La città dei desideri”. Nel 2011 si trasferisce a Londra, dove inizia a formare la sua carriera artistica, frequentando l’associazione Shape che gli favorisce incontri e conoscenze con giovani artisti locali.
A giugno del 2017 inaugura la mostra Fratture presso il Castello di Marostica, a cura di Marialucia Ferraguti (storica e critica d’arte), e partecipa ad una collettiva presso la “Sala dei Sette santi fondatori” a Monte Berico. Nel settembre e nell’ottobre del 2017 è presente a Londra con due mostre dal titolo: The elements a Crouch End, Crouch End Sellars (a cura della gallerista Sara Tenti), e: The real face a Soho in The House St.Barnabas.
A dicembre 2017 risale la personale Exit in ”Casa Gallo”, Palazzo Brusarosco Zaccaria a cura di Marialucia Ferraguti.
Al 2018 risalgono importanti mostre personali, tramite le quali si impone all’attenzione di un pubblico più vasto, tra le quali: ad aprile, Sviste, presso la Biblioteca Civica di Arzignano (VI), curata da Giuliano Menato (storico d’arte), a giugno, Allucinazione a cura di Daniela Ricci (giornalista de “Il Mattino” di Napoli), per la Fiorillo Arte; Connotati, a giugno presso il “Polo Confortini” di Verona, a cura di Maria Fulvia Mateazzi Alberti e, a novembre, Coincidenze, a cura di Daniela Ricci presso il “Momu Molino” - Museo in provincia d’Isernia.
Nel 2019 è a Londra nel mese di gennaio alla Millenium art gallery, e sarà a Madrid nel febbraio nelle Sale Expo dell’Accademia di belle arti.
Tra i progetti si ricordano quello del 2017 a Londra, Camden town, Meet art projects collaborazione con Art Appartaments, e quello del 2018 a Londra in collaborazione con House of Lords for Flourish Foundation.
La mostra Essere Essere di Mantova segna un passo decisivo nella carriera artistica di Volpiana, proponendosi come un percorso sintetico estremamente introspettivo nella vita e nella ricerca dell’artista, non scevro da esperienze personali ma volto al dare ad esse una dimensione poetica e assolutizzante.