GEA
creta- poliuretano espanso- acrilico e materiali da recupero, base in ferro
l43 x h78 x p43
GEA il nostro pianeta, il luogo in cui viviamo e del quale non possiamo fare a meno. Devastata in gran parte dalla mano dell’uomo; cemento al posto delle foreste, plastica che ricopre i nostri mari, guerre disastri ovunque. Una terra sofferente che mostra i suoi segni sul suo bel volto sul suo collo.
Nutro sempre la speranza di una rinascita attraverso il buonsenso di educarci ed educare i nostri figli a rispettarla.
. Ho coinvolto la classe di mia nipote, bimbi di 8 anni, i quali sanno tutto sui disastri ambientali, a contribuire nella realizzazione della scultura. Per questo ringrazio loro per avermi donato i propri giochi che adornano la testa di Gea ed in quella piccola parte con le foreste ed il mare pulito li ho rappresentati perchè saranno i bimbi di oggi a farla guarire.
Biografia
Chicca Savino approccia la pittura sin da bambina nello studio del nonno scenografo. Dopo gli studi scientifici ed un diploma come Interior Designer, frequenta per 3 anni l’Accademia di Arti Decorative
La ricerca artistica di Chicca Savino si esprime attraverso un lavoro completo che spazia dalla scultura alla pittura in una continua evoluzione artistica testimonianza di uno stato d’animo in perpetuo fermento, di chi non teme di mettere in discussione se stesso e il suo operato pur mantenendo punti di riferimento solidi come lo studio sul colore e quella lettura positiva che non cade mai in un pessimismo esistenziale e/o esistenzialista ma che tende a esaltare sempre l’essenza delle cose e dei soggetti rappresentati in un’aurea di positività. Un approccio libero da ideologie limitate e limitanti e da prigioni mentali e che vede la vita come occasione per gioire.
La pittura è il suo punto di partenza, una pittura che si evolve nel corso degli anni verso un’esigenza di profondità fisica e intima oltre che di innovazione, ed in tutto questo comune denominatore rimane l’analisi delle tonalità la cui dimensione e il cui significato intrinseco sono presenti fin dagli esordi.
Toni forti, dinamici, spesso impattanti negli accostamenti, protagonisti dell’opera (come si evince nei quadri degli inizi) o della sua sedimentazione (nelle opere più recenti). Le cromie diventano elemento complementare della forma e della sua suddivisione geometrica che si sviluppa in un andamento armonico portavoce di un’esigenza di comunicare non solo ciò che l’artista vede ma anche il suo impatto emotivo con il mondo circostante.
I soggetti sembrano esulare dalla realtà nel loro gioco di luci e di forme e catturano lo sguardo creando un collegamento leggero con la realtà stessa.
Savino è di certo un’artista attenta che ama osservare la realtà e i suoi personaggi; ed è da queste riflessioni che nasce la serie delle sculture con soggetto teste di personaggi famosi, storici o comuni, riviste e rivisitate in chiave ironica, scanzonata, gioiosa.
La testa…contenitore di idee, pensieri, sogni, ragionamenti, diventa il soggetto preferito dall’artista: letta in maniera surreale, provocatoria, soggettiva, in ognuna di esse ne esalta un particolare, un elemento che cattura la nostra attenzione e ci fa fermare a riflettere un poco ma pur sempre in maniera “leggera” perché Savino sa stuzzicare la nostra curiosità senza cadere nella pedanteria e mantenendo quella giusta dose di frivolezza necessaria ad una approccio costruttivo con il pubblico e mai soffocante.
E così “Maria Antonietta”, regina dalla sorte sventurata qui rappresentata completamente rivestita d’oro, con lunghe ciglia e sapiente capigliatura, elementi che rimandano alla frivolezza del suo carattere e al contempo ad una lettura scanzonata della sua triste fine; e ancora “Monsieur Magritte” personaggio rappresentato in un’aurea onirica attraverso la quale Chicca Savino riesce a tirarne fuori l’essenza puntando l’attenzione su quelli che sono stati i punti focali del pittore surrealista qui vestito con elementi reali e tangibili dalla valenza inconscia, o ancora “Maiko” sapiente rivisitazione della cultura tradizionale giapponese, carica di significati e rimandi simbolici che si basano anche sull’uso capace e metaforico del colore.
Il colore, punto di forza ed elemento principe di tutta la sua produzione, viene chiuso nelle sfere o nei quadrati che animano molte delle sue opere pittoriche e scultoree, un colore tridimensionale, vibrante, vivo che esce fuori da ogni creazione per diventarne assoluto protagonista.
Uno studio delle cromie che sottolinea il suo amore per la pop art ma che si carica di valenza esistenziale a partire dal 2014 anno in cui Savino affronta una riflessione profonda riguardo alla sua ricerca stilistica e cambia in qualche modo il suo approccio all’arte come testimonia “L’attesa” dove la protagonista femminile seduta in posizione raccolta nasconde il suo sguardo all’osservatore come a voler rimanere assolta e non disturbata, ma nel suo profondo meditare quello che domina sono gli “squares” colorati; e ancora “Il gioco della vita” dove sullo sfondo giallo, colore luminoso, solare, simbolo anche di frivolezza, si impone in posa plastica il fisico di un uomo che punta il dito verso un puntino nero, la fine della vita, a ricordarci non la drammaticità dell’esistenza ma un monito ad essere meno superficiali e più riflessivi, a liberarsi da condizionamenti per abbandonarsi ad una comprensione più profonda e libera.
E ancora la serie “You can change” dove realizza personalmente le sue tele per renderle interattive, vedi “Moma”: dove il cruciverba iniziale, carico di parole dal sapore sempre positivo, lascia il posto ad un’invasione di sfere tridimensionali che fanno esplodere il colore che esce dal quadro quasi a voler andare incontro al suo osservatore. Sempre della stessa serie, “Raccolta Differenziata”, un interscambio di tele che si fondano sulla problematica del riciclo con il sapiente riutilizzo di materiali ed oggetti che grazie alla capacità e invenzione artistica si caricano di nuovi significati.
Una produzione in continua evoluzione, prettamente riconoscibile quanto a personalità di tecnica e stile ma in continuo fermento ed evoluzione.
Dr.ssa Monica Ferrarini