Premio Combat Prize

So di non sapere” – ma immagino.
Silvana Abram
Pittrice italiana di formazione umanistica,
artisticamente si è formata presso il Gruppo Studio Arti Visuali di Trento - direzione artistica del Prof. Mariano Fracalossi, e presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Trento –dove si è laureata seguendo l’indirizzo di Archeologia e Storia dell’Arte greco-romana – Prof. Mariette Raijmakers De Vos.
Per la maturazione della visione estetica e materica dell’artista si è rivelato determinante lo studio accademico dell’arte greco-romana, soprattutto della Pittura pompeiana e dell'affresco, sia per la le possibilità plastiche dell'immagine, sia per lo studio del colore e della relazione tra colori, luce e spazio: in questa pittura e nelle sue derivazioni l’autrice riconosce le sue radici artistiche.
La sua ricerca è influenzata dai Maestri dell'astrattismo e dell'arte informale - e modulata dallo sguardo curioso, talvolta ironico e giocoso con cui osserva la vita, nei suoi molteplici aspetti. La produzione artistica risente dunque della postura esistenziale di SA perché …“Cos’è il comico? È il tragico, visto di spalle” (Gérard Genette).
Counselor Filosofico, dedica particolare attenzione all’Estetica relativa all’immaginale, alle sue implicazioni creative, percettive ed etiche –alla cura della sensibilità interiore e del corpo, anche nell’orientamento e compimento del gesto artistico. Il percorso triennale del Counseling l’ha aiutata a sviluppare l’atteggiamento filosofico dell’Attenzione - per essere costantemente presente all'interno del processo creativo.
Nella proposta artistica ed esistenziale di Silvana Abram -contraddistinta da una libertà di senso estetico si pone anche la sua poesia, maturata in ambito accademico e pubblicata.
DESCRIZIONE OPERA
L’opera candidata e quelle a supporto costituiscono il nucleo di un progetto (“The word is concept”) di natura artistico-filosofica che nasce da una riflessione dell’artista sulla relazione parola-pensiero nel contemporaneo e che evidenziano la necessità di riflettere sulla crisi del linguaggio nell'epoca digitale, sulla crisi del pensiero critico e sulle origini della crisi, anche economica, del sistema occidentale.
Da un'altra prospettiva.
Una prima osservazione di natura semantica - a proposito del nostro linguaggio verbale e scritto, fa notare come si stia smarrendo il senso etimologico delle parole, in particolare di quelle importanti in ordine al senso - intelligenza, amore, politica, filosofia, bellezza.....che svuotate del significato originario vengono, per esempio, impiegate in contesti di mercato/pubblicità o utilizzate in contesti privi di significato. Le parole così depauperate e violate trascinano nel processo di banalizzazione il loro senso, e il pensiero profondo che veicolano. E così vengono impiegate nel linguaggio comune.
Inoltre, per necessità di abbreviazione dettata dagli indispensabili (e anche divertenti!) strumenti di interazione e di scrittura digitale, sms, e-mail ..... le parole vengono per lo più spezzettate, sincopate, private della punteggiatura, del tempo, e dello spazio della frase, la quale risulta cosi destrutturata: si delinea in questo modo una frase sintatticamente scorretta e involuta, incapace di formulare un pensiero che sia completo, logico, sintetico, contestualizzato nel tempo, e originale nel senso di personale: perché le abbreviazioni sono omologate e spesso suggerite e imposte dal programma/sistema stesso.
Dalla destrutturazione del linguaggio contemporaneo -e ricordiamo che il linguaggio è "la casa dell'essere, Martin Heidegger" quindi della componente più ineffabile e profonda dell'uomo - alla destrutturazione del pensiero critico, quindi all’abitudine di pensare in modo autonomo e analitico - e viceversa, è automatico. L'artista pensa che la crisi del linguaggio -causa e conseguenza della crisi culturale dei sistemi sociali occidentali contemporanei, sia una delle cause primarie della crisi economica in atto, accanto alla deriva etica. Nella storia dell'umanità già in altra occasione il linguaggio ha mostrato tutto il suo potere: autorevoli studi in tema di linguistica storica affermerebbero che lo sviluppo di un linguaggio più complesso garantì la sopravvivenza dell'Homo Sapiens; anche rispetto al Neanderthal, suo coevo, più forte e resistete - solo fisicamente però. Anche questo riferimento preistorico ci aiuta a comprendere il nesso esistente tra linguaggio-pensiero e sviluppo dell'umanità.
Alcune opere illustrano tout court la crisi del linguaggio, altre, invece, mettono in luce il potere e il fascino delle parole e di un pensiero brillante.
E tutte invitano lo spettatore alla conoscenza "a pensare al proprio modo di parlare, di scrivere e di pensare": alla possibilità di porsi nel tessuto sociale come soggetto capace di pensiero costruttivo anche se dissonante dal trend in voga,come soggetto abile nella scelta e uso delle parole, nella costruzione di un linguaggio sensato e contemporaneamente brillante, articolato e ricco -attraverso il quale veicolare i concetti di una mente che guarda la realtà con spirito critico. Una proposta che va tutta in controtendenza dunque – rispetto all'offerta circolante, che l'autrice non esita a definire involutiva per il linguaggio umano e de-cerebrante.
Per ridare voce a parole come intelligenza, profondità, giustizia.
E corpo alle loro conseguenze sull'umanità.