OPERA IN CONCORSO Sezione Pittura
METROPOLIS
acrilico tecnica mista, tela
80x60
SALVATORE NICOTRA
nato/a a: ACIREALE
residenza di lavoro/studio: ACIREALE (ITALIA)
iscritto/a dal 22 gen 2013
sito web: http://www.facebook.com/pages/…
Altre opere
LA GIOSTRA DEL RE, DOPO LA BATTUTA DI CACCIA
acrilico tecnica mista, tela
100x150
Descrizione Opera / Biografia
DESCRIZIONE DELL'OPERAMetropolis è un film muto del 1927 diretto da Fritz Lang, considerato il capolavoro del regista austriaco. È tra le opere simbolo del cinema espressionista ed è universalmente riconosciuto come modello di gran parte del cinema di fantascienza moderno.TRAMA:Ben prima di George Orwell e del suo romanzo 1984, Lang ipotizza un possibile 2026, esattamente 100 anni di distanza da quello di produzione del film, nel quale le divisioni classiste sembrano accentuarsi; negli sfavillanti grattacieli di Metropolis, infatti, vivono gli industriali, i manager, i ricchi e nel sottosuolo vivono gli operai confinati in un ghetto, di cui i ricchi sembrano neanche ricordarsi. Il capo di tutto questo è l'imprenditore-dittatore Joh Fredersen, che vive in cima al grattacielo più alto, quello coi rostri come piste di atterraggio per aerei; suo figlio Freder vive in un irreale giardino eterno, popolato da sensuali fanciulle. Improvvisamente irrompe nel giardino l'insegnante e profeta Maria, accompagnata dai figli degli operai, che lo invita a guardare i "suoi fratelli", in un forte campo-controcampo a 180º.Freder rimane così colpito dalla visita di questa donna, che decide di visitare il sottosuolo e immediatamente si rende conto delle condizioni disumane in cui sono costretti a lavorare gli operai, i quali anche se stremati non possono commettere il minimo errore, pena l'esplosione della macchina di cui si occupano e la morte dei meno fortunati, evento a cui Freder assiste. Ancora in preda alle allucinazioni, dovute allo scoppio e ai fumi fuoriusciti, vede la macchina come un grande Moloch che ingoia le sue vittime umane (il riferimento è al film Cabiria, del 1914)[2]. Sconvolto da tanto orrore e brutalità decide di parlarne con suo padre per far cambiare le cose.Il padre si preoccupa solo della minaccia che l'incidente può costituire per il suo potere.Salvo Nicotra Decontestualizzazione della formaNel passato, anche presso le popolazioni primitive, ovunque la forma si sia allontanata dalla rappresentazione realistica essa è arrivata ad un’astrazione solo apparente, senza essere astratta nel senso dell’arte contemporanea. Forma o non forma? Questo poco importa per quegli artisti che altercano con il colore processando violentemente ciò che armonia e poetica impongono ad un tracciato eticamente ben rappresentato e stilisticamente riconducibile alla decifrazione del vero, per una verità intimista spesso da intuire ed altre volte forzatamente mediata nell’impossibilità di una organica lettura.Salvo Nicotra, artista di quella terra che vide la presenza dei ciclopi e lo splendore della Magna Grecia, nelle tele “frattura” con spatola e pennelli questa contestualizzazione nella sua generalità, affidando all’irrazionalità l’organizzazione della forma e dell’opera come narrato di un fatto emotivo, introiettato prima ed esaustivamente riprodotto dopo, con una visione che irrompe nell’informale fuori da ogni correntismo che la incaselli. Ciò non significa che nel suo “narrare” non ci sia un valore estetico diverso là dove l’antico assunto dell’effigiazione si è perduto. Aristocrazia del colore, equilibrio delle masse e tagli impostativi velocizzati da una divisione innata dello spazio dialogano con quanto il riguardante vede oltre l’accezione comune del quadro, oltre i quattro angoli che tutto questo conchiudono.L’assenza di figurazione codificata, che nella storia dell’arte rappresenta una singolarità, non intralcia minimamente la speculazione estetica, il cui scopo è quello di spiegare l’opera d’arte senza occuparsi del suo soggetto. Nicotra riconosce la forma indipendente, liberata dal contenuto facendola diventare a sua volta contenitore di se stessa, cosicché la sua libertà l’avrebbe condotta fino all’astrazione.Kant per primo distingue la “bellezza libera” dalla “bellezza aderente”. Per bellezza libera il filosofo intende quella dei motivi ornamentali, cioè una forma che in sé non significa nulla perché, a differenza della bellezza aderente, che è propria di ogni essere o oggetto concreto, trova il suo senso nell’essere legata ad un certo essere o oggetto.Questa presa di coscienza dell’autonomia della bellezza nei confronti della forma la ritroviamo processata nelle opere dell’artista e questa personale è la testimonianza tangibile in tutta la sua epifanica spontaneità.Salvo Nicotra concepisce l’arte come coniugazione del rapporto tra uomo e mondo esterno per superare quello che Worringer definiva “il nostro limitato punto di vista di europei” che non vediamo la forma se non facendo riferimento all’arte classica e rinascimentale.“Mi propongo di decontestualizzare la forma instaurando nei miei lavori - afferma l’artista siciliano - un rapporto di confidenza totale e felice tra l’uomo e i fenomeni esterni, mentre la spinta dell’astrazione rappresenta, al contrario, la conseguenza di una forte inquietudine interiore, provocata dai fenomeni circostanti, dando così vita in pittura, per la legge del contrappasso, ad un’accentuazione fortemente trascendentale di tutta l’immaginazione”.Guerrino Mattei