OPERA IN CONCORSO Sezione Fotografia
L'ALBERO DELLA CONOSCENZA
sovrapposizione di immagini in digitale, plexiglass
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Norma P PICCIOTTO
nato/a a: MILANO
residenza di lavoro/studio: MILANO (ITALIA)
iscritto/a dal 01 feb 2013
sito web: http://www.normapicciotto.it
Altre opere
Descrizione Opera / Biografia
È nata a Milano nel 1953, dove vive e lavora.
Nel 1973 fonda insieme a Giancarlo De Bellis, che diventerà suo marito, l’agenzia De Bellis: una tra le più note
agenzie fotogiornalistiche di Milano che realizzava foto di cronaca per i principali quotidiani e periodici italiani:
Giornalista pubblicista dal 1973 Norma Picciotto, con i suoi reportage realizzati per l’Agenzia De Bellis,
documenta la storia complessa di Milano dagli anni Settanta fino agli anni Novanta. Racconta le manifestazioni di
piazza che spesso degeneravano in guerriglia urbana, ma anche le lotte operaie e gli scioperi generali.
Documenta gli Anni di Piombo con i processi alla Brigate Rosse e a Prima Linea, così come l’avanzata del femminismo, con le sue manifestazioni.
Documenta gli aspetti politici della società italiana, gli eventi di cronaca nera e giudiziaria, ma non trascura di
realizzare anche ricerche di costume e di ritrarre alcuni dei personaggi dell’arte e della cultura più in vista
dell’epoca (come Eugenio Montale, Carla Fracci o Carmelo Bene).
In parallelo al lavoro di reporter s’impegna a dare un’impronta internazionale all’agenzia De Bellis che da sola,
non avrebbe potuto avere una struttura così solida come quella di molte agenzie estere.
Per potenziare la presenza sul mercato della De Bellis ottiene la rappresentanza in Italia di alcune tra le più
importanti agenzie di fotogiornalismo europee e americane, tanto che nel 1991 stringe anche un accordo con
l’agenzia France Press Photo, la più avanzata in campo tecnologico, ed importa per la prima volta in Italia le
fotografie d’attualità da tutto il mondo in formato digitale.
La De Bellis, grazie a questo importante accordo, sarà quindi la prima agenzia in Italia a ricevere in tempo reale
le foto della prima guerra del Golfo.
Chiusa l’agenzia nel 2000, Norma Picciotto inizia a viaggiare e a fotografare luoghi e persone in giro per il mondo,
non più legati ad eventi giornalistici, ma riprende e dilata singoli dettagli che sono rappresentativi di atmosfere e
stili di vita.
Riprende frammenti di realtà e ritratti di persone comuni che utilizzerà nelle sue creazioni. Nello stesso tempo si appassiona all’elaborazione digitale delle immagini di cui sperimenta e approfondisce le potenzialità espressive.
MOSTRE REALIZZATE
MILANO: Museo Fondazione Matalon col Patrocinio della Regione Lombardia:“Tracce del Tempo”. Mostra personale.Dal 29 Marzo al 20 Aprile2011
PARIGI Espace Faubourg Saint-Honorè e Gallerie Source 13
Rive gauche et Rive droite: “Tracce del Tempo” percorso in 2 gallerie. Mostra personale Gennaio 2012
NEW YORK: Agora Gallery, Chelsea: “Alterated States of Reality” Mostra collettiva dal 24 Aprile al 15 Maggio 2012.
PARIGI: ChateauForm Parc Monceau, col patrocinio del 8me arrondissment “L’Enigma”. Mostra personale Aprile 2012.
GOZZANO: Palazzo Comunale, saloni di rappresentanza Mostra personale “Visioni” dal 23 al 31 Marzo 2012.
FERRARA: Festival del Libro Ebraico, Chiostro St.Anna :Mostra personale: “Tracce del Tempo”. Dal 28 al 30 Aprile 2012.
COLONIA: Istituto Italiano di Cultura, nell’ambito di Photokina e Photoszene Mostra personale “Tracce del tempo”. Dal 12 Settembre al 5 Ottobre.
PARIGI: Cattedrale della Madeleine, Salle Royale: “Meditation-Lumière” Mostra collettiva dal 15 al 30 Settembre 2012.
VENEZIA: Cà Zanardi, nell’ambito degli Spettacoli del Mistero col patrocinio della Regione Veneto “Tracce del Tempo, l’enigma, legami, il sogno”
Mostra personale dal 9 al 23 Novembre 2012.
PARIGI : Triennale Internationale d’art Contemporain
Partecipazione con 4 fotografie dal 9 al 16 gennaio 2013.
PREMI:
XXX PREMIO FIRENZE, Sezione Arti Visive, fotografia , Novembre 2012
Come spiega la curatrice, Gigliola Foschi, Tracce del tempo è un atlante personale giocato sul filo dei ricordi e delle
emozioni, è il racconto di un viaggio nel mondo, e un percorso di autoanalisi dentro la storia e i vissuti dell’autrice. Un
viaggio che l’ha portata anche sulle tracce delle proprie radici ebraiche, in Israele, in una Gerusalemme vista attraverso una lente visionaria,
ma da cui emergono frammenti significativi del suo passato di “città celeste”.
Dopo essere stata, tra gli anni Settanta e Novanta, una tra le principali protagoniste milanesi del fotogiornalismo d’inchiesta,
dal 2000 Norma Picciotto ha deciso coraggiosamente di rinnovare in modo radicale il proprio linguaggio fotografico.
Lontane dai reportage che avevano resa nota in passato, le immagini che compongono questa sua mostra si offrono come apparizioni, come
un esercizio poetico in cui si fondono liberamente, quasi fluttuando, incontri e ricordi, sogni e visioni oniriche. Nate da un complesso e attento
montaggio digitale – con stratificazioni multiple di immagini scattate in giro per il mondo e di suoi ritratti trovati nell’album di famiglia –
queste opere sfruttano infatti la libertà espressiva offerta oggi dal photoshop, ma non rinunciano al valore di testimonianza della fotografia.
Ogni immagine, creata con fotografie giustapposte e sovrapposte, mette infatti in gioco una duplicità, una coesistenza stratificata di realtà e
tempi diversi che si confrontano fino a creare un nuovo mondo visivo, sospeso tra passato e presente. Un mondo a volte sognante ed evocativo,
a volte invece doloroso (come quando fa emergere suoi malinconici e intensi ritratti di adolescente tra pareti sommerse da scritte stratificate).
A suggerire un’apertura verso una dimensione onirica e poetica è sempre una bolla di sapone che, simile a una lente d’ingrandimento un po’
magica, sottolinea e incornicia i suoi ritratti, oppure fa apparire particolari di luoghi ed elementi significativi della storia ebraica, come il
deserto israeliano o una Gerusalemme evocata solo attraverso alcuni dettagli. Resa coerente da uno stile e da una poetica unitaria, la mostra
propone dunque due ricerche, unite dal filo rosso della memoria: da una parte si offre come un percorso nel vissuto dell’autrice grazie anche al
recupero di immagini che la ritraggono da bambina fino all’età adulta; dall’altra è una sorta di ispirato e lirico omaggio alla cultura ebraica e
a Israele, terra delle sue radici. In questa serie di immagini tra le luci di Gerusalemme si vede miticamente aleggiare la tomba di Abramo;
mentre dall’accampamento romano che attaccò la fortezza di Masada (luogo simbolo della resistenza ebraica) si stagliano, di volta in volta, il
nuovo e avveniristico padiglione del Museo d’Arte di Tel Aviv; una Gerusalemme ritratta con la sua tipica vegetazione di ulivi e cipressi; o antichi testi ebraici che, alzandosi in volo, paiono voler portare nel mondo la parola scritta, la storia e la cultura.