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OPERA IN CONCORSO  Sezione Grafica

Marco Neri | Nevermore
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Nevermore
stampa a getto d'inchiostro, acqua, bitume, carta fotografica
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Marco Neri

nato/a a: Fucecchio FI

residenza di lavoro/studio: Santa Croce Sull'Arno (ITALIA)

iscritto/a dal 14 mar 2013

Altre opere

Marco Neri | Stay!

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Stay!
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Marco Neri | Leaving

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Leaving
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Marco Neri | Shooting Jinka

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Shooting Jinka
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Descrizione Opera / Biografia


Biografia semiseria con tracce di Curriculum
Marco Neri, Architetto
I soliti bene informati dicono sia nato a Fucecchio nel ’64 e non ho motivo di dubitarne.
Predisposto all’imbratto fin da subito, a 5 anni le perspicaci suore che gestiscono l’asilo dove da un anno vengo parcheggiato, convincono i miei ad avviarmi all’arte del canto e partecipo alle selezioni dell’allora famosissimo Zecchino d’Oro. A parte vedere dal vivo Topo Gigio e il Mago Zurlì, le uniche soddisfazioni che ricordo le ottengo vincendo un premio internazionale di disegno legato alla manifestazione e organizzato dall’Antoniano di Bologna.
Interrotta l’avventura canora, dedico sempre più tempo al Lego e alle matite Giotto che da allora non abbandonerò più…
Sono degli anni ’80 le prime partecipazioni a concorsi di pittura e mostre collettive organizzate da Associazioni locali. Nel 1988 dipingo il drappo per il Palio di Cerreto Guidi FI e allestisco una personale nei locali della Villa Medicea. Nel 1994 dipingo quello del Palio di Fucecchio FI.
In questi anni frequento circoli fotografici e apprendo le basi dei processi in camera oscura scoprendo così un mondo nuovo e stimolante.
Ricorderò il quinquennio ’93-’97 come ‘il periodo buio’ del mio percorso artistico, nel senso della quantità di tempo passato in uno sputo di sgabuzzino tra pinze, focometro e acido acetico.
Nel 1995, insieme ad altri due fotografi, espongo alla Fondazione Montanelli-Bassi di Fucecchio.
Sempre a Fucecchio, nel ’96, il Centro Attività Espressive ‘Le Carceri’ organizza: ‘Il disturbo di Marco Piotre’, mostra/installazione video curata da Valeria Bruni sulla triste storia e le opere di un internato al manicomio (Marco Piotre alias Neri) raccontata attraverso la cinepresa dell’artista Valerio Comparini.
La voglia di confrontarmi con altre realtà fotografiche e mostrare ciò che ero riuscito a creare in quell’anfratto buio e umido con un ingranditore da tre lire e tanti esperimenti, mi sprona a partecipare a concorsi FIAF, ma realizzo quasi subito che se non mi ‘allineo’ con i più che a ogni occasione immortalano il ciuffo di cipressi di Torrenieri stampato secondo i dettami del Vangelo zonale di A.Adams, avrò poche possibilità di successo. Ma accade l’imponderabile e nel ’96 vinco, ex equo, il Concorso Nazionale di Fotografia Città di Lucca, che mi dà diritto ad esporre, l’anno dopo, nello spazio di Villa Bottini LU.
Siamo alla fine dell’era romantica, il digitale avanza, all’inizio è un lusso per pochi, poi contagia ogni cosa. Photoshop e surrogati vari sono un portento in fase di post-produzione, utilissimi, con le stampanti e sistemi vari a supporto, indispensabili direi.
La cosa mi piace, per chi si occupa di fotografia o grafica è una bella comodità, non si sbaglia un colpo e comunque tutto è rimediabile saltando addietro nel tempo e riprendendo da un attimo prima dell’errore. Bella storia l’annullamento dei rimpianti, il sogno di tutti. Pochi impercettibili movimenti delle dita ed ecco uscire dalla bocca della stampante un prodotto tecnicamente perfetto, troppo, per come sono io. Non mi ci riconosco, è figlio mio ma non mi appartiene, è bello a vedersi ma non spiccica parola, manca qualcosa, anzi molto, manca l’impronta del gesto che l’ha generato, una traccia materica da sfiorare per sentire che lì sopra è passato qualcuno.
Ciò che mi realizza non è far danzare le dita, è smuovere i sensi. Non un photoshop di schede e connessioni, ma umano, fatto di tendini e nervi, che non calcola ma agisce e stende e piega e graffia la carta hight-quality, così perfetta ma fragile nel materiale, un photoshop a comando emozionale che usa pennelli e gomme e timbri veri sugli inchiostri tanto brillanti quanto labili.