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OPERA IN CONCORSO  Sezione Pittura

lak zinotto | Dalì-dà
vedi ad alta risoluzione

Dalì-dà
mixed media, cotton
160x130

lak zinotto

nato/a a: Napoli

residenza di lavoro/studio: Roma (ITALIA)

iscritto/a dal 20 apr 2013

sito web: http://https://www.facebook.co…

Altre opere

lak zinotto | anima 3

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anima 3
mixed media, canvas
50x30

lak zinotto | Nocturne, Narcissus and the dog.

vedi ad alta risoluzione

Nocturne, Narcissus and the dog.
mixed media, canvas
120x80

lak zinotto | anima 1

vedi ad alta risoluzione

anima 1
mixed media, canvas
50x40

Descrizione Opera / Biografia


Lak Zinotto si diploma al Liceo artistico nel 1977 e frequenta il primo anno del corso di scultura all’Accademia di Belle arti di Napoli sotto la guida del maestro Augusto Perez. Dal 1975 si occupa di musica e teatro. Si diploma in solfeggio armonia e storia della musica presso il Conservatorio Licinio Refice di Frosinone.Ha esposto in Italia e all’estero.Controindicazioni ed avvertenze su Lak Zinotto pittoredi Giuseppe RoccaVi avviso: state attenti alla pittura di Lak Zinotto!Non ha un sapore gradevole, non decora, non se ne sta, discreta, in un angolino di salotto.Non lo trovate, qui, il cosiddetto ”formato Zavattini”.Lak ha bisogno di tele al limite dell’intrasportabilità. Niente gli basta, niente è troppo forte per lui. Ogni artista si sceglie una materia a cui rapportarsi (o da cui è scelto, affascinato). E ogni artista stabilisce il tono, la temperatura di questo rapporto (dalla contemplazione all’aggressione, dal modellato all’unghiata, dall’accarezzamento alla lacerazione…). E questa materia sta per il mondo.Nel gioco segreto dell’arte, la materia si presta docilmente ad ogni nostra più profonda proiezione.Credo allora che quando Lak Zinotto dipinge (celato agli occhi di tutti) il suo studio diventi una sorta di Maracaibo, messa a ferro e fuoco da un bucaniere, che depreda e stupra la pittura, sferzato a sua volta dal demone della razzia. E la povera pittura non fugge, non grida soccorso. Subisce, paziente e amorevole, come una madre che comprende le furie del figlio. E gli dà ragione, se non si sente amato dal destino. Il Lak amico, guarda le cose con la lontananza di uno sguardo straniante, che diresti distaccato, se non intervenisse amaramente un sorriso, incontenibile e subito soffocato, a dire di una sua cocente inquietudine, di un’interrogazione continua sull’esserci e sul suo possibile, ma incomprensibile senso. L’amico è il Lak, che si mostra fisicamente agli altri. Il Lak pittore, invece, si nasconde dietro la sua opera. Quando dipinge è solo e quell’inquietudine non ha più ragione di essere celata. Cerca, è vero, ancora qualche parvenza di maschera, di forma, di paternità, di citazione (Picasso, Balthus, Bacon…), qualcosa che lo sfami da quella divorante ansia di significato, ma più urgente incalza un bisogno altrettanto (di) struggente di non mentire a se stesso. E allora ingaggia la sua lotta con l’angelo (o con il daimon o con il duende). Assalta ogni suo cedimento accomodante e distrugge con furiosa iconoclastia tutto quello, che si era illuso di poter mostrare, raffigurare, scegliere…La tela si fa campo di battaglia e solo quando lo scontro è terminato, noi siamo ammessi a contemplare la pena e l’orrore indicibile che vi si sono consumati: colori crepati fino alle gamme più acide e pungenti, campiture decomposte in colature e cancrene, figure che storcono il viso in rictus e ghigni cadaverici, sfregi bianchi o neri, opachi come brandelli di sudari su corpi stuprati.Ve l’ho detto: state attenti! È una pittura che fa male. Male davvero.