OPERA IN CONCORSO Sezione Scultura/Installazione
GEMMAZIONE
fili di rame saldati, l’opera è sospesa con un filo di nylon
80x80x100
Giovanna Ambrogi
nato/a a: Carrara
residenza di lavoro/studio: Carrara (MS) (ITALIA)
iscritto/a dal 23 apr 2013
Altre opere
Descrizione Opera / Biografia
Giovanna Ambrogi vive e lavora a Carrara.
La sua vasta attività artistica inizia nel 1996.
In quell’anno è, con la Provincia di Massa, a Bruxelles con “Proposte Apuane” al Palazzo del Parlamento Europeo.
L’artista espone regolarmente a numerose rassegne collettive in territorio nazionale.
• Tra le più recenti :
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• La Quercia d’ Oro (1997 – 2012);
• Premio Autore Donna, Castiglioncello (1999/ 2000);
• Soqquadro, As Art (Pietrasanta 2001/2002);
• Rocc Art (Pietrasanta, 2001/2002; 2004/2006);
• EnoliaArte 03/07 e Lo Scarto come Materia . La poesia nei sassi abbandonati , 2004, Fondazione Arkad, Seravezza ;
• “H&Art” ex Ospedale di Pietrasanta , 2004.
• Tra le varie personali : “Teoricamente”, Chiesetta della Torretta, Fosdinovo 2001; Galleria Radium Artis , 2007 (Reggio Emilia).
• L’artista ha ampiamente esposto le sue opere in mostre collettive, Biennali di grafica e pittura, mostre Mercato d’Arte Contemporanea, Concorsi e Premi.
Giovanna Ambrogi utilizza varie modalità espressive per comunicare con il suo mondo emozionale. Utilizza vari materiali presi dal quotidiano di cui reinventa la collocazione nell’universo delle cose modificando con ciò la prospettiva del consueto, li unisce insieme facendoli interagire in composizioni che risultano misurate e armoniche oltre l’apparente disordine. Colui che guarda è coinvolto con immediatezza in un dialogo profondo con se stesso, teso a decodicare e dare parole al messaggio, criptico ed emozionale insieme, di cui è testimone in quel momento.
L’ “Astratto fare” di Giovanna Ambrogi si muove dentro il vasto campo dell’astrazione, segnata da un gusto particolare per il “fare”, per l’assemblare, per il ricorso a oggetti e materiali poveri, desueti, spesso scartati e pronti per essere inghiottiti nel nulla se la mente e il cuore dell’artista non li avessero scelti per essere i protagonisti di un’opera in cui si combinano povertà dei materiali e rigore della ricerca.
Il lavoro di Giovanna Ambrogi si caratterizza, inoltre,per una sorta di molteplicità e di unità. Se, infatti, i supporti e i materiali da lei utilizzati sono molti (tela, carta, stoffa, ceramica, marmo) e ancora più variegati sono gli oggetti, spesso frammenti e brandelli, cui lei ricorre, estremamente unitaria e coerente è la sua opera, che ci appare come un’ininterrotta ricerca sul rapporto tra segni, forme e superfici al cui interno si collocano.
Dentro a una superficie piana o una forma modulata plasticamente, Giovanna Ambrogi, dà vita a rapporti, a sottili “architetture mentali” tra le presenze che lei vi introduce e, per converso, le assenze che determina: ecco dunque le molteplici relazioni tra pieni e vuoti, con un’attenzione peculiare sul ruolo giocato dalla serialità, dalla ripetizione di certe forme e da quello invece assunto da una forma isolata, che pare essere essere sfuggita al controllo dell’insieme in cui si trovava, e che definisce l’entità e la vastità di un vuoto, gli dà corpo.
Forme spesso attraversate dall’aria, che danzano nello spazio, che sembrano voler rideterminare con la loro presenza, imprimendogli un movimento nuovo.