OPERA IN CONCORSO Sezione Video
Fu-ni#01
video, video
29:28
Ester Bozzoni
nato/a a: Ponte Dell’Olio (PC)
residenza di lavoro/studio: Brescia (ITALIA)
iscritto/a dal 15 apr 2013
Descrizione Opera / Biografia
”Fu-ni #01”
video
29’ 28’’
2012
”Due nei fenomeni ma non due nell’essenza” è la traduzione del termine giapponese fu-ni, termine che sintetizza il principio secondo cui tutti i fenomeni, seppur appaiono in forme diverse e separati da un lasso di tempo o da una distanza, sono essenzialmente un’unica realtà, come i diversi colori compongono un quadro unitario.
”Fu-ni” è un progetto di sperimentazione visivo-sonora che vede coinvolti Ester Bozzoni, artista video, e i musicisti Gabriele Mitelli, Paul Roth e Andrea Ruggeri. Il progetto nasce con l’intento di unire la videoarte alla pratica dell’improvvisazione, intesa come esplorazione dell’istante-luogo musicale, attraverso performance in cui le videopartiture realizzate da Ester Bozzoni vengono eseguite dal trio musicale Mitelli-Roth-Ruggeri.
Il video ”Fu-ni #01” è il risultato della prima performance del progetto ”Fu-ni”; l’opera che ne risulta è un flusso di immagini e suoni che risucchiano lo spettatore in un mondo ambiguo, combattuto tra l’elemento naturale - l’acqua - e l’elemento industriale - l’ingranaggio. I due elementi si scontrano, dando origine ad un pensiero che si fa critico e indagatore. Ne appare una simbiosi, nella quale l’acqua diventa elemento naturale, servo dell’ingranaggio e nello stesso tempo necessario all’esistenza dell’ingranaggio stesso. L’uomo, generatore del meccanismo, è una presenza invisibile ma costante; esso fa la sua apparizione solamente negli ultimi minuti del video, come dannato, escluso, relegato in un ambiente angosciante.
La prima performance del progetto ”Fu-ni” si è svolta il 6 novembre 2012 presso Progetto Tangram a Brescia.
Ester Bozzoni: video;
Gabriele Mitelli: tromba, flicorno;
Paul Roth: sax contralto;
Andrea Ruggeri: batteria preparata, oggetti.
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Ester Bozzoni, 1984.
Dopo essermi diplomata a Brescia, nel 2003 mi sono trasferita a Venezia, dove ho vissuto sette anni e frequentato al Facoltà di Design e Arti presso l’università IUAV, conseguendo la laurea triennale in Arti Visive e dello Spettacolo e la laurea specialistica in Progettazione e Produzione delle Arti Visive.
Nel 2004 ho conosciuto Alberto Garutti, e sotto la sua guida ho prodotto i primi lavori. Tra il 2004 e il 2007 la mia ricerca artistica si è indirizzata verso l’arte relazionale e, successivamente, la scrittura. Fondamentale per il mio percorso è stato il remake dell’opera di De Dominicis ”Tentativo di far formare dei quadrati invece che dei cerchi attorno a un sasso che cade nell’acqua”: lasciandomi coinvolgere dal progetto proposto da Cesare Pietroiusti e Rene Gabri ispirato a ”The Five Obstructions” di lars Von Trier (vedi pubblicazione ”La fine del gioco” a cura di Ana Maria Bresciani) ho avuto modo di definire molti dei punti fondamentali che appartengono al mio lavoro artistico successivo.
La ricerca teorico/filosofica che ne è derivata è stata raccolta nella tesi di laurea incentrata su ”Lettera di lord Chandos” (Ein Brief) di Hugo Von Hofmannsthal, che, con la guida di Daniele Del Giudice, raccoglie ed analizza i concetti sviscerati dalla mia esperienza artistica e apre nuovi orizzonti.
Nel 2008, su consiglio di Eva Marisaldi, mi sono approcciata al video come medium artistico autosufficiente - e non più come semplice documentazione di un atto performativo.
Qualche mese più tardi ho realizzato la mia prima opera video ”Senza titolo - Casa” che già contiene gli elementi caratteristici del mio lavoro video: l’inquadratura fissa, l’editing ridotto al minimo, il carattere evocativo delle immagini, l’assenza di dialogo e di elementi narrativi, l’importanza del gesto - quasi sempre ripetitivo - e delle percezioni sensoriali, l’andamento circolare e senza progressione.
Da questo momento il video diventa il mezzo che prediligo.
Nel 2009 ho conosciuto il cinema documentario sotto la guida di Marco Bertozzi, relatore della mia tesi di laurea specialistica ”La poetica di Franco Piavoli”. Analizzando il documentario poetico ho potuto indagare somiglianze e discordanze tra la videoarte e il ”cinema del reale”, considerazioni che mi hanno aiutato nel prendere consapevolezza del mio lavoro artistico.
Nel 2010 mi sono trasferita a Brescia dove, dal 2011, gestisco ”Progetto Tangram”, uno spazio autogestito di ricerca, didattica e promozione dell’arte contemporanea nel quale ho investito molte energie. Da settembre 2012 ho iniziato nuovamente a dedicarmi alla produzione artistica.