OPERA IN CONCORSO Sezione Pittura
SKYLINE
mista, su compensato
96,5x82,5
Bruno Regni
nato/a a: Pescara
residenza di lavoro/studio: Roma (ITALIA)
iscritto/a dal 13 feb 2013
sito web: http://www.brunoregni.it
Altre opere
Descrizione Opera / Biografia
Sono nato a Pescara nel 1940, ma romano da sempre, mi sono diplomato nel 1960 nello storico Liceo Artistico di via Ripetta con maestri come Socrate, Avenali, Afro, Novelli e lo scultore Mannucci.
Al 1962 risale il mio primo ingresso a scuola come insegnante. Ho frequentato la Facoltà di Architettura. Dal 1970 ho fatto ricerca architettonica e urbanistica progettando e pubblicando articoli e libri. Dal 1995 ho svolto attività di critico d’arte organizzando mostre e partecipando a giurie di concorsi. Tra le varie occasioni, ho collaborato alla realizzazione di tre monumenti (di cui due tutt’ora in opera, per la parte architettonica (a Roma per lo scultore Esposito e Pierelli, a Riano R. per lo scultore Pierelli).
Dal 1987 è rinato l’interesse per la pittura ed ho esposto in varie mostre personali e collettive in spazi pubblici e privati in Italia. Le mie opere sono caratterizzate da una ricerca aperta selettiva. In questo momento riesco a individuare tre filoni operativi che procedono dall’astratto al concreto e viceversa: quello “minimalista”, caratterizzato da un certo non finito; quello del “non colore” caratterizzato dall’uso del bianco e dall’evidenziazione del colore della superficie di fondo; quello, infine, dei frammenti, ovvero una sorta di distruzione dell’immagine fino al mantenimento di una sua riconoscibilità, e ricostruzione in una sorta di reinvenzione formale.
Recentemente ho avuto occasione di cimentarmi nella tridimensionalità (antica passione stroncata sul nascere) che mi ha dato la possibilità di sperimentare la ricerca aperta fondendo pittura e scultura in un originale tema di improbabili totem, sedie, attaccapanni e valige ... d’artista.
L’ultima “scoperta” sono i manufatti-libri d’artista, un mondo tra fantasia e realtà nei quali è possibile ripercorrere le proprie esperienze sollecitato da un estro letterario non necessariamente tradotto in parole.