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OPERA IN CONCORSO  Sezione Fotografia

Massimiliano Gatti | Lampedusa o dell’esteso deserto #5
vedi ad alta risoluzione

Lampedusa o dell’esteso deserto #5
fine art giclée inkjet print su carta cotone photo rag, cornice
70x70 cm

Massimiliano Gatti

nato/a a: Voghera (PV)

residenza di lavoro/studio: Pavia (ITALIA)

iscritto/a dal 11 apr 2013

sito web: http://www.massimilianogatti.c…

Altre opere

Massimiliano Gatti | Lampedusa o dell’esteso deserto #4

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Lampedusa o dell’esteso deserto #4
fine art giclée inkjet print su carta cotone photo rag, cornice
70x70 cm

Massimiliano Gatti | Lampedusa o dell’esteso deserto #2

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Lampedusa o dell’esteso deserto #2
fine art giclée inkjet print su carta cotone photo rag, cornice
70x70 cm

Massimiliano Gatti | Immagini delle stampe realizzate

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Immagini delle stampe realizzate
fine art giclée inkjet print su carta cotone photo rag, cornice
70x70 cm

Descrizione Opera / Biografia


LAMPEDUSA O DELL’ESTESO DESERTO
“Si avverte o si sente in sé quell’infinito dentro l’esteso deserto che è la vita umana” (P.Pasolini)
Siamo ormai abituati alle tristi immagini degli sbarchi a Lampedusa: decine di volti disperati, senza un nome, senza un’identità. ”Migranti”, è così che vengono chiamati. Come una massa indefinita, come se nessuno contasse come individuo. Esteso deserto è un tentativo di dare dignità alle persone, attraverso quegli oggetti -personali, appunto- che sono stati persi durante l’approdo e che il mare ha accolto e restituito. Una teiera, un bicchiere da the, un pezzo di stoffa. Una radio, una confezione di cous cous, una torcia. Piccole cose senza importanza, che qui si caricano di significato. Da un punto di vista estetico, ho realizzato immagini a grado zero: scegliendo di farmi da parte, volevo dare voce alla loro urgenza di raccontare. Ho ritratto questi oggetti fluttuanti in un limbo bianco che quasi li divora, immersi nell’indefinitezza, perché indefinito è il destino dei loro possessori: sono sopravvissuti? Sono giunti a destinazione? Sono tornati a casa? Sappiamo solo come sono arrivati, nient’altro. Ogni oggetto è una storia che evoca una realtà, ma lascia grande spazio alle ipotesi: il mio intento è partire da questi frammenti di vita e costruire una serie in cui le immagini sono tutte sullo stesso piano. Non voglio dimenticare niente perché non voglio dimenticare nessuno.Il titolo è mutuato da una citazione di Pierpaolo Pasolini che parla di “esteso deserto” come dell’esistenza umana in contrapposizione all’infinito interiore. Credo che questa definizione si adatti alla condizione esistenziale di queste persone, che scappano da un deserto reale e fisico per attraversare il mare, un altro deserto. Che alla fine, spesso, approdano in un luogo che non li accoglie, e che diventa un esteso deserto umano e sociale.
Massimiliano Gatti è nato a Voghera, Pavia. Laureato in Farmacia e diplomato in Fotografia al Cfp R. Bauer di Milano, da diverso tempo porta avanti numerose ricerche fotografiche sul territorio medio orientale. Fotografo al seguito di missioni archeologiche in Medio Oriente (dal 2008 al 2011 a Qatna, Siria e dal 2012 nel progetto PARTeN nel Kurdistan iracheno) ha modo di vivere e approfondire la conoscenza di quelle terre ricche di Storia e di storie. Con un approccio documentaristico ma lontano dal reportage, la sua ricerca spazia dall’esplorazione del passato, dei resti e delle rovine degli antichi, fino all’osservazione della poliedrica realtà contemporanea, suggerendo la propria riflessione personale.Ha partecipato a numerose mostre personali e collettive. Tra le più recenti: nel 2009 partecipa alla collettiva Piattaforma Zeronove, Modena, Fondazione Fotografia. Nel 2010 prende parte a un progetto di residenza artistica presso Stills Gallery, centro di fotografia scozzese a Edimburgo. Nel 2011 espone all’ex Ospedale S. Agostino di Modena il lavoro realizzato durante la residenza, nella mostra International Departures 11. A settembre del 2011 realizza Materadio, un progetto fotografico incaricato da RAI Radio3 e dal comune di Matera e curato da Fondazione Fotografia. Nel gennaio 2012 espone il progetto Peta nella mostra personale Oggetti Quotidiani, curata da Gigliola Foschi presso la galleria Obiettivo Reporter a Milano, progetto che vince il primo premio del concorso di arte contemporanea CoCoCo Como Contemporary Contest. Espone presso S. Pietro in Atrio a Como, allo Spazio Arti Contemporanee del Broletto di Pavia e nel 2013 a Villa Libera a Rovereto, la mostra personale Proximum Est curata da Gigliola Foschi. A febbraio 2013 espone la propria mostra personale Confini Invisibili presso la galleria RB Contemporary a Milano. Nel 2013 viene selezionato per il progetto Lampedusa o dell’esteo deserto al Premio Arti Visive San Fedele ed espone il lavoro nella mostra E quindi uscimmo a vedere la stelle, presso la galleria San Fedele di Milano, lo stesso progetto artistico viene scelto per la mostra La Giovane Fotografia Italiana_#02 esposta alle Officine delle Arti a Reggio Emila, nell’ambito di Fotografia Europea 2013. Dal 2012 tiene corsi di fotografia Still Life presso Obiettivo Reporter a Milano e un corso di fotografia archeologica a Dohuk, Iraq. Fa parte come fotografo di scavo del Progetto Archeologico Regionale Terra di Ninive (PARTEN), una ricerca interdisciplinare condotta dall’Università di Udine nel Kurdistan iracheno. Vive e lavora tra l’Italia e il Medio Oriente.