OPERA IN CONCORSO | Sezione Fotografia

 | Alte Tensioni

Alte Tensioni
stampa diretta su dibond specchiato, in alluminio
cm 90 x 90 cm

Pietro Mancini

nato/a a Tropea
residenza di lavoro/studio: Pomezia, ITALIA


iscritto/a dal 26 mag 2020

https://www.facebook.com/pietro-mancini-artefice-1585177545143045/


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Descrizione Opera / Biografia


OPERA
Alte Tensioni: tendere verso l'alto, antica esigenza dell'uomo, impegnato/obbligato in alchimie spirituali o/e chimiche a superare i suoi limiti fisici e percettivi. Concentrazioni, aspirazioni, percorsi di luce e di ombra, sollecitazioni energetiche di ogni tipo per soddisfare il bisogno di conoscenza, tendere verso l'alto anche quando pensiamo di volare basso, affrontiamo sempre rischi e possibilità, gettiamo senza tregua il gettone sul tavolo da gioco. Antiche statue perché antica è questa esigenza. Le statue appaiono concentrate ad ”udire”, come se stessero indagando, cercando di dare un senso ai suoni elettrici che attraversano il campo magnetico. Gli antichi protagonisti assumono posture necessarie alla loro ricerca, volti sovrapposti da simboli e misteriosi segni, calati in uno spazio moderno e sacrale, abitato dai tralicci di ”Alte Tensioni”.

BIO
Pietro Mancini nasce a Tropea e vive a Pomezia (RM). Lavora nei Dipartimenti di Salute Mentale, dove coordina laboratori creativi rivolti agli utenti delle strutture. Artista “onnivoro”, utilizza le tecnologie applicate alla fotografia e all’arte scultorea.
Nel 2007 inizia il suo percorso espositivo con Codice 01, all’interno del Chiostro del Bramante di Roma. Nel 2008 a Palermo, la galleria Zelle arte contemporanea ospita la sua prima personale, Attraverso galassie per trovare l’erba più dolce per il mio cuore somaro, nella quale presenta una seria di lavori realizzati in alluminio traforato-retroilluminato: gli Al-lumini, con un forte impatto sacrale. Nel 2010 ha ideato, con Cristina Gilda Artese il progetto Officina Tom, un laboratorio di arti visive, uno spazio che mette in relazione arte e disagio psichico, con lo scopo di inserire nel circuito dell’arte contemporanea il lavoro degli artisti/utenti che frequentano il laboratorio stesso. Nel 2011 partecipa alla biennale di Venezia e nello stesso anno espone alla Nur gallery di Milano, in collaborazione con Arsprima, la personale Orizzonti sospesi.
Nel lavoro di Pietro Mancini spesso i protagonisti sono giovani uomini, caratteristica per cui sarà invitato a partecipare al progetto di arte contemporanea all’interno del Giffoni Film Festival dove, nel 2012, gli verrà assegnato il Premio della critica. Nello stesso anno, il suo lavoro viene individuato dalla storica e critica d’arte Martina Corgnati che lo inserisce nei progetti espositivi itineranti 20×1 e Uno sguardo laterale, ospitati in diversi musei del Sud America e dei Paesi dell’Est Europa. Poco dopo viene pubblicata la sua prima monografia La spontaneità come pratica, (Gangemi Editore). Alfonso Panzetta, direttore del Museo Il Cassero di Montevarchi (AR), nel 2014 cura la personale di Mancini, che per l’occasione produce una serie di fotografie stampate su alluminio specchiato, dedicate alla scultura e raggruppate sotto il titolo di Alte Tensioni; nello stesso anno vince il Premio Nocivelli, sezione fotografia. Nel Giugno del 2015 la Galleria 28 Piazza di Pietra espone a Roma la personale Tensioni Geometriche; a novembre dello stesso anno come regista vince il I° premio presso il Teatro del Lido di Ostia “Lo Spiraglio Festival”, dedicato ai cortometraggi sul tema della Salute Mentale; a Dicembre viene pubblicata la sua seconda monografia sulla rivista or not 1+1 (editore Arsprima, Milano), in cui è riservato uno spazio al progetto Officina Tom. Nel 2016 riceve dalla sua città natale, Tropea, il Premio Isola. Nel 2018 la Galleria Gilda Contemporary art di Milano espone la sua personale Sincopi e Contrattempi, nel 2019 è presente al Museo MACRO di Roma con l’installazione ” Compiti su Casa”, un progetto che ha lo scopo di coinvolgere lo spettatore e rendendolo partecipe alla costruzione dell’installazione stessa.