Descrizione Opera / Biografia
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In un tempo post-apocalittico, una creatura si aggira in una terra apparentemente desolata. È mossa da una ricerca esplorativa ed identitaria, articolata dinamicamente in risposta agli abitanti millenari del territorio: gli ulivi -con i quali instaura un dialogo di movimenti e forme. L’opera pone un’umana nella posizione dell’alieno (in senso latino) e gli alberi in quella di “abitanti” della terra e, attraverso questi ribaltamenti, sfida le gerarchie delle tradizionali opposizioni binarie e indica una nuova maniera di relazionarsi alla natura ed esserne parte. Esplora così i temi dell’incontro con la differenza e della processualità della relazione, suggerendo un agire più sensibile e consapevole. Il video si apre e chiude nel grembo di un ulivo, restando privo di un culmine ed enfatizzando l’interazione stessa come punto focale.
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Flavia Tritto (Bari, 1994) è un’artista visiva multidisciplinare. Dopo aver completato la sua formazione nelle scienze sociali e giuridiche, ha avviato la sua ricerca artistica iscrivendosi al Master in Fine Art della Central Saint Martins di Londra, terminato a giugno 2019. Da quando ha intrapreso la sua attività nell’arte, Flavia è stata parte di diverse mostre e residenze d’artista internazionali. Tra le mostre e gli eventi si ricordano: Studio Complex e Come Together (Tate Exchange, Tate Modern, Londra, UK, 2018 e 2019), OVERPR!NT (Centre de la Gravure, La Louvriere, Belgio 2018) e I’m My Body, I’m My Memory (Officine Forte Marghera, Venezia, 2019). Tra le residenze: European Academy of Participation (La Friche la Belle de Mai, Marsiglia, Francia 2018), Trainings for the not yet (Banff Center for Arts & Creativity, Banff, Canada,2019). Flavia è attiva nel campo della cultura con attività eterogenee, tra cui l’organizzazione, dal 2015, del TedxBari, di cui è co-curatrice.