Descrizione Opera / Biografia
OPERA
Un esemplare di orango tango, dal malese ”uomo della foresta”, si dispera di fronte all’occhio di una webcam: è’ il grido del primitivo. L’incessante processo di sofisticazione culturale e tecnologica rischia di rinnegare la natura biologica dell’uomo e dei suoi bisogni.
Nei tempi del corona virus il mondo civilizzato ha potuto fare esperienza di un altro tipo di
relazione interpersonale attraverso l'uso di software che permettono la comunicazione a distanza.
Il nostro sguardo è stato reindirizzato dalla fisicità della persona alla freddezza dello schermo.
“Videoconferenza con un amico dal Borneo” mette in luce una relazione soggetta allo stesso tipo di
connessione a distanza: quella tra me, ovvero lo spettatore, l'uomo moderno della tecnica e della
cultura, e il mio amico dal Borneo, ovvero la Natura, la fisicità dell'essere, il primitivo. Tra i due c'è
una distanza che sembra incolmabile e la connessione internet non facilita il collegamento, anzi lo
distorce.
BIO
Aronne Pleuteri nasce a Erba il 7 Aprile 2001 e vive nella vicina Anzano del Parco. Nel 2019 tiene
una personale intitolata “Manifesto del cupismo” al Museo Vignoli di Seregno e frequenta il primo
anno di pittura all'Accademia di Brera, dove si avvia al mondo dell'arte. Il suo disegno “the only
limit is the sky (256 blocks)” entra nel Coloring Book curato da Rossella Farinotti. Partecipa con
“Chanson de gestes” alla rassegna online di video-performance “corpi sul palco” curata da Andrea
Contin, esposta poi al museo d'arte moderna e contemporanea di Fiume. Partecipa alla collettiva di
pittura “Mistici, sensuali, contemplativi” presso Metodo Milano. A ottobre con il video “la
redenzione di Bart” prenderà parte alla fiera d'arte internazionale REA fair presso la Fabbrica del
Vapore di Milano.
Il lavoro di Aronne Pleuteri riconsidera il concetto di arte, fondendo alcuni dei suoi temi più
profondi - l'identità, il corpo, il primitivismo - con l'ironia della cultura web e la crudezza e il
decorativismo di un outsider. Sono opere “anti-élitarie”, prive di ostentati scarti intellettuali, ma
dotate di un'apparente leggerezza che le possa rendere fruibili al grande pubblico, ed eventualmente,
attivare una riflessione.