Descrizione Opera / Biografia
Il bestiario favolistico che Francesco Maluta dipinge sulle sue tele ci catapulta con ironia tra l’epica maestosità di feroci belve indomabili e la rassicurante e un po’ goffa domesticità degli animali impagliati e dei peluches, un grottesco contrasto che ricorda la tragedia dell’infanzia.
L’interesse per la natura animale riflette una serie di problematiche attuali, dalla dinamica del dominio, al gioco eternamente irrisolto tra oppressore e oppresso, ad un’empatica osservazione degli “esclusi”.
I lavori mostrano come l’immagine della comunicazione non verbale possa provocare riconsiderazioni sull’uomo e sulle effettive relazioni tra le specie, ragionando su quali siano i nostri modelli per riconfigurare la società e il nostro rapporto con l’ambiente in senso lato.
La natura animale è oggi più che mai al centro dei dibattiti sull’era antropica e sulle preoccupazioni ecologiche di scienziati e pensatori, ma forse il vero accesso all’alterità animale sarà possibile solo con una trasformazione dell’auto-comprensione umana.
Francesco Maluta (Lovere, 1983). Dal 2013, è co-fondatore del collettivo artistico Fondazione Malutta. Dopo la laurea specialistica conseguita nello stesso anno presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia, ha partecipato a numerose residenze e workshop tra cui VIR Viafarini-in-residence a Milano, Madeinfinlandia a Pergine Valdarno e Penthouse Art Space Residency a Bruxelles. Tra le mostre personali si segnala ”Bernoccolo” presso la Fonderia Artistica Battaglia di Milano e ”Totoaba” presso TRA Treviso Ricerca Arte. Il suo lavoro è stato esposto alla Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, al Tulla Culture Center di Tirana, a Dimora Artica a Milano, alla Galleria Monitor di Roma, al Caffè Internazionale di Palermo, alla Villa Vertua Masolo di Nova Milanese, alla Collezione Zoologia di Comerio. Nel 2017 è finalista del Premio Fondazione Francesco Fabbri e vincitore del Premio TRA Treviso Ricerca Arte. Francesco Maluta vive e lavora a Milano.