OPERA IN CONCORSO Sezione Pittura
Vela
polimaterico e olio, tela
100 x 100
Grazia Badari
nato/a a Luzzara(RE)
residenza di lavoro/studio: Motteggiana (MN) (ITALIA)
iscritto/a dal 05 mag 2014
Altre opere
Descrizione Opera / Biografia
(...) dobbiamo andare e non fermarci mai finché non arriviamo.
”Per andare dove, amico?”
Non lo so, ma dobbiamo andare.
(J.Kerouac)
Biografia Grazia Badari
Nata a Luzzara (R.E.),vive e lavora a Sailetto di Motteggiana(MN). Da sempre ha coltivato le sue grandi passioni: il Disegno e la Pittura. Dal 2000 vi si dedica a tempo pieno, cogliendo successi di pubblico e segnalazioni ai vari concorsi a cui ha partecipato.
Dopo aver approfondito la tecnica pittorica si è avviata all’arte astratta, affinando le sue capacità presso l’ Accademia Cignaroli a Verona e presso l’ atelier “Settembre 89”.
Ha completato il suo percorso seguendo corsi guidati per l’arte scultorea e l’incisione con il maestro Carlo Bertolini di Mantova.
Vive l’arte in tutte le sue manifestazioni, così che il suo estro creativo possa incanalarsi nell’espressione che al momento giudica più congeniale al soggetto. Segue un suo percorso emozionale, vagando tra l’astratto materico, ma supportato dai colori ad olio, e l’astratto/informale, puramente pittorico.
La sua passione per l’arte la porta ad un’incessante ricerca di nuove tecniche pittoriche, trasferendo sulla tela la materia: gesso, sabbia, cenere ed altri elementi naturali diventano protagonisti.
” Partecipazione passionale”
”Si tratta di emozioni espresse all’apparenza in modo casuale, eppure ogni quadro rivela equilibri rigorosi nelle forme e nello spazio, per quelle pennellate leggere ed aeree. Visioni aperte, queste di Grazia Badari, che sembrano distendersi su un’iniziale e spontanea espansione cromatica, la quale sembra provenire da un’invenzione lirica e poetica del tutto soggettiva. Emergono, poi, figure silenziose collocate in uno spazio strutturato concettualmente, in cui l’artista, cancellando il riconoscibile, crea un’ambientazione teatrale di tinte dirompenti, in linee sinuose. Infine, in una scelta legata alla partecipazione passionale, l’autrice utilizza colori di una naturalità ancora possibile.
Il confine tra realtà e forma è quindi labile e la riconoscibilità sussiste, in ogni caso, come memoria frammentata.”
Paolo Levi
dal Catalogo: ARTE 2008, edizioni Mondatori, Milano.
”Cristalli di cielo”
...Spesso si è parlato per le opere di Grazia Badari di ”memoria”, si è fatto riferimento alla dimensione passato/presente, mentre in realtà il suo ricordare è proustiano: è ricostruire con forme e colori la visione che è lacerazione dell’esistere, frattale di un mondo che è insieme quello della natura e dell’io, non meno diviso e frammentato, oggi ce lo dicono anche le scienze, di quanto sia la nostra esperienza sensibile, il nostro essere “abitati” dalla natura.
Noi infatti non la abitiamo, come si crede superficialmente, e questa percezione di alterità, che si esprime in molteplici forme, formule, immaginazioni, riflessioni, cerca continuamente un equilibrio instabile, da definire, tra interno ed esterno, tra singolarità e molteplicità, tra dentro e fuori, insomma tra noi e il mondo, che si dividono, separano, ma anche si confondono. Guardate con occhio attento e animo sospeso le opere di Grazia Badari e vi accorgerete che se in esse dobbiamo trovare una dimensione temporale, che vada oltre la sospensione di ogni mutamento e divenire, di ogni alterazione che non sia processo di metamorfosi formale ed emozionale che è davanti a noi, dobbiamo caso mai cercarla nell’attesa, nella speranza, nella vibrazione del futuro che si sta avverando davanti a noi. La leggerezza stessa delle sue forme, dei suoi colori che trapassano da emotività ad emorività sono un annuncio di ciò che verrà, quasi un avvento.
Su questa alterata temporalità si sviluppa il dialogo tra chi guarda le opere di Grazia Badari e le sue tele. Questo confronto, questo rispecchiarsi tra artista e suo spettatore, che nella visione del risultato si incontra e confronta con lui, in un rispecchiamento che può anche essere reciproco, non solo ha uno o più percorsi indicati dall’opera in uno spazio che è l’equilibrio tra rappresentazione ed immaginazione, ma anche un tempo diverso da e in ciascuna di esse. Un tempo indotto, provocato, manipolato in qualche modo dall’artista, che richiede pause, ritmi, sussulti, scansioni diverse, che sospendono comunque in qualche modo la vita, lo scorrere del sangue, il battito del cuore, rifiutano l’unità di misura della nostra quotidiana esistenza per creare rallentamenti ed accelerazioni insieme artificiali e naturali, o che tali ci appaiono poiché siamo noi con la nostra percezione ed il nostro essere che ci mettiamo in gioco.
Catalogo ”Cristalli di Cielo ” Sarzano 2013