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ContamInAzioni

Curatore: Francesca D'Aria

Artisti: Anna Rose, Anna Garner, Suhrke Skevik, Manuele Mirabella, Alessandro Gattuso

 

Nel 1900, Paul Dirac, afferma che due sistemi che entrano in contatto tra loro, anche solo per una breve frazione di tempo, e poi vengono separati, continuano ad essere influenzati uno dall’altro nonostante il tempo e lo spazio. La nuova legge della meccanica quantistica stravolge quelle passate, conferendo valore anche all’antimateria, la quale infatti riflette ed esiste allo stesso modo della materia. La formula enunciata da Dirac, fa riflettere sul valore delle interazioni tra diversi elementi, ponendo alla base il rapporto che intercorre tra un elemento A e un secondo B. I legami tra due corpi, di qualsiasi natura essa siano, creano un presupposto di continuità verso l’altro che, nonostante la lontananza, non cessa di condizionare il corso degli eventi, agendo in modo riflesso e perpetuo su di esso. In questo senso si può pensare ad una contaminazione, nella quale quello che esisteva in principio viene, dall’incontro-scontro, modificato creando un prolungamento dell’elemento e delle sue qualità primordiali.

Questa legge è altresì applicabile ad ogni contatto, sia che esso avvenga tra persone, sia tra persone e ambiente, ambiente e oggetti e così via. Nulla può rimanere invariato dopo essere entrato in relazione con un secondo elemento, seppur per un tempo provvisorio. Ecco che nascono quindi mutazioni, variazioni dell’identità, la quale non solo perde i confini della propria singolarità ma viene anche investita di nuove possibilità di essere, di agire e di apparire.

É proprio sul concetto di contaminazione e interazione, di legame, che si basa il progetto curatoriale, prendendo in esame fotografie, video ed installazioni che documentano una reciprocità di relazione, esplorando lo sposalizio di elementi e corpi estranei che entrando in contatto creano appendici e prolungamenti, in grado di produrre chimicamente un terzo elemento che a sua volta interagisce con lo spazio circostante.

La teoria del celebre scienziato ha ispirato la mia riflessione e sensibilità estetica, volendo così estendere al campo artistico la suggestione di una natura proteiforme che interagisce con l'umano e crea una sinergia tra ciò che si ritiene spontaneo e meccanico, quale la legge di natura e l'artificio della presenza e dell'intervento umano, che apporta cambiamento aggiunto.

Da qui anche la scelta del titolo che intende sottolineare come la contaminazione sia di per sè una azione e reazione, il tutto giocando anche all'interno della parola medesima che a sua volta si contamina graficamente.

Per entrare nel merito della scelta dei tre artisti, descrivo di seguito sinteticamente le opere da me indicate e idonee al mio progetto.

Anna Rose, nei suoi tre lavori The Dune, The Street e The Shore presenta una variazione estetica del corpo di queste tre donne, trasformate nella loro identità e forma a favore di una nuova immagine di sé, inglobata in un elemento, un corpo esterno, che ne avvolge il fisico trasformandolo. La nuvola di capelli nelle prime due immagini e le corde nella terza, hanno valore di appendici di quei corpi, che attaccati alla loro pelle trapassano il confine e la singolarità. Ma non solo le figure entrano in relazione con un secondo elemento, anche lo spazio che le circonda diventa testimone e complice di questi mutamenti, tanto da rifletterne l’immagine, in un certo senso e diventare parte di questa trasformazione, quasi mischiandosi ad essa.

Anna Garner, nel suo video-trittico Proof and Permutations (composto dalle tre opere: Sequential Interactions, Surrogates e Lineage), si muove invece in uno spazio neutro nel quale avviene un conflitto tra l’artista e alcuni materiali, che sono al contempo ostacoli da abbattere e azioni-riti da compiere in modo ossessivo perché si generi la trasformazione, la simbiosi del corpo con gli oggetti. L’artista esercita azioni di forza e violenza verso se stessa nel tentativo di rompere i confini degli oggetti per entrare in contatto con loro, attraverso uno scontro che li danneggia, finendo per investirla, bagnarla, schiacciarla, sporcarla creando ancora una volta la mutazione.

Le due artiste Norvegesi, Suhrke_Skevik, presentano un progetto di tre video dal titolo Transactions#1, Transactions#2, Transactions#3. Elemento costante delle opere è anche in questo caso la simbiosi, il legame e il contatto fisico tra le due protagoniste e la natura. Si tratta di una combinazione tra corpi, oggetti e ambiente, il quale non solo è teatro delle azioni ma prende parte nella trasformazione e contaminazione dei corpi, venendo esso stesso inglobato nella trasformazione. Nel primo video un corda lega le due giovani che attraversano un una serie di luoghi, veicolate l’una dall’altra, limitate nella possibilità di percorrere autonomamente gli spazi perché diventate un unico elemento inseparabile, una sorta di cordone ombelicale che mantiene in vita l'artificio e la natura. Nella seconda e terza opera sembra non esserci una distinzione tra i due corpi, uno sull’altro, accanto all’altro in una sincronia di gesti e movimenti, si muovono nei luoghi perdendo la propria unicità in favore di un terzo elemento che le racchiuda entrambe.

Ho scelto, infine, a mia volta, di contaminare lo spazio e i generi artistici da me scelti affiancando alla scelta dei video e delle foto delle vere e proprie installazioni che materialmente dessero la percezione spaziale della contaminazione. A questo proposito le opere Nello specchio degli occhi altrui e Metamorfosi1 indicano da una parte un'elaborazione che trasforma l'oggetto corpo umano naturale in oggetto d'arte, dall'altra un'esempio di metamorfosi e di perdita d'identità come specchio di un caos originario, corpo informe, non definito. Questi due elementi inseriti nello spazio acquisiscono un valore spaziale più che di mera visione.

Le opere scelte riflettono quindi sulle possibilità e limiti di una fuoriuscita dalla propria identità attraverso il legame, la relazione tra mondi, corpi, oggetti e spazi. Diventa fondamentale quindi l'influenza tra i diversi elementi perchè si costituisca infine un'influenza tra essi, una contaminazione appunto, nella quale i corpi o i luoghi si vedono investiti da caratteristiche nuove che trasformano la propria identità originaria, influendo sia sulle azioni che sull'estetica degli elementi stessi.

L'idea di allestimento segue quindi questo principio di incontro, che diventa ostacolo e opportunità allo stesso tempo, sia tra lo spazio e le opere, sia tra le opere e il fruitore. Lo spazio sarà quindi utilizzato come teatro per l'esposizione, la sala saràutilizzata in tutte e tre le navate, presentando i tre diversi lavori: nella navata centrale saranno predisposti tre televisori a distanza uno dall'altro di un paio di metri con i video del duo Suhrke_Skevik, le opere vivranno quindi lo spazio diventandone una continuazione, nella navata laterale (destra) i tre video di Anna Garner saranno proiettati su tre teli a formare un trittico, mentre nella navata di sinistra le tre fotografie di Anna Rose verranno appese alla parete sfruttando le tre aperture centrali. L'installazione Nello specchio degli occhi altrui sarà inserita alla fine della prima navata (destra), mentre Metamorfosi1 all'inizio della terza (sinistra), precedendo le fotografie.

Questo permetterà al visitatore di entrare in contatto con le opere senza essere distratto da troppi elementi e nello stesso tempo di camminare in uno spazio che sia il prolungamento percepito dalle situazioni proposte dalle opere, una sorta di contaminazione nella contaminazione generale che l'intera mostra esibisce.