Premio Combat Prize

Le fotografie, somma di una successione di scatti sovrapposti, rivelano come la percezione di uno spazio cambi secondo la presenza delle persone coinvolte: le relazioni che intercorrono tra il luogo e gli abitanti sono parte integrante nella descrizione del paesaggio urbano. Un atteggiamento narrativo che si pone in contrapposizione al frequente canone fotografico, spesso in uso nella comunicazione dell’architettura, che vede l’edificio raffigurarsi unicamente come fosse un oggetto di design, privo della presenza umana e isolato dal contesto. Attraverso le “Coreografie Involontarie” è l’architettura a divenire il soggetto principale della composizione, passando dall’essere una scenografia teatrale, usata comunemente nelle fotografie di reportage come palcoscenico degli eventi, all’elemento indispensabile che innesta e determina gli avvenimenti.
Flavio Graviglia è nato a Roma nel 1987. Nel 2013 si laurea in Architettura con una tesi sulla relazione e le influenze tra la fotografia e la progettazione architettonica. Nel marzo del 2014 è curatore della sezione fotografica della mostra “Learning from Mrs. and Mr. Halprin – Coreografie del Quotidiano” presso la Casa dell’Architettura di Roma dove espone il proprio lavoro: “Coreografie Involontarie”.
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