OPERA IN CONCORSO | Sezione Fotografia

 | quasi Monocromo Charta_Primordiale 1_2014

quasi Monocromo Charta_Primordiale 1_2014
incisioni su stampa fotografica, dibond 4mm/diasec plexiglass
h133x200x3cm

Silvio Balestra

nato/a a Trieste
residenza di lavoro/studio: Trieste, ITALIA


iscritto/a dal 06 mag 2023

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Descrizione Opera / Biografia


INCIPIT Quasi un MONOCROMO CHARTA
Inizialmente un dato di fatto: un monocromo fotografico di profondità inaudita,completamente nero,buio quanto un cielo notturno in assenza di stelle,pauroso quanto un buco nero all’interno di una galassia,infinito quanto un pozzo senza fondo,avvolgente e penetrante quanto la notte in un luogo desertico senza alcun tipo di riferimento, misterioso come qualunque cosa che non lascia trasparire alcunché ,totalmente asettico, incontaminato perlomeno in apparenza, ma concreto e fisico quasi da non poter fare a meno di toccarlo,sentirlo,palparlo,con la speranza molto vana di riuscire a perimetrarlo, formalizzarlo, visualizzarlo. Che fare quando ci si pone di fronte ad uno spazio (artistico) di tale spessore,un’arma a doppio taglio,di difficile comprensione ma di infinite possibilità evocative. Successivamente l’idea, materializzatasi nell’approccio più spontaneo che ci sia,come in uno stato di totale incoscienza per riapprodare alla materialità dei cinque sensi, urge un confronto duro e repentino, una sorta di dolore, di incipit, che dopo esser stato inflitto comporta un ridimensionamento dallo stato spirituale ad uno stato più banalmente materiale ovvero una sorta di rientro nei propri ranghi,un ritorno alla normalità della propria esistenza.
E cosa meglio di un graffio, un segno, un taglio potrebbe assumersi un tale compito.
Una volta ritornati con i piedi a terra,con gli occhi sbarrati, pronti a percepire qualunque tipologia di essenza vitale ci si accorge che più che aver inferto un dolore, uno sfregio a questo immenso mare magnum oscuro, si viene trasportati in un mondo diverso, parallelo dove si assume il ruolo di un archeologo che togliendo, scavando, pulendo scopre essenzialità di un passato che non ha mai smesso di convivere con noi oppure di uno scultore che togliendo delle parti ne assapora il tutto, ancora nascosto ma pronto a riemergere,essendo già presente all’interno.
Ed ecco quindi che sfregio dopo sfregio,segno dopo segno prende vita da quel buio profondo e primordiale una luminosità tale da far impallidire a confronto fonti alternative di energia; si sta assistendo ad una creazione,non si sa di chi o che cosa ma sicuramente una manifestazione di vita ,una aggressione di vitalità, un approccio conoscitivo senza precedenti. Un semplice gesto, apparentemente banale, più volte ripetuto e assimilato nella sua sostanza, a volte accompagnato da un fratello maggiore,più forte, più alto più appariscente, più bianco, insieme e non in un vortice di dinamismo senza precedenti. Taglio dopo taglio si assapora finalmente l’idea di una coscienza,una coscienza dell’identità’che sta assumendo ciò che noi stiamo scoprendo. Talvolta il segno subisce delle modifiche, cambia, muta appunto da semplice gesto emotivo e dirompente,si addentra all’interno di un canale di estrema razionalità e complessità, si trasforma in un labirinto senza eguali dove non si riesce più a distinguere la retta via ma si può solamente ipotizzarla. la sua complessità raggiunge un livello tale da far passare in secondo piano la sua forma primordiale, ovvero il gesto puro e semplice inferto all’inizio, quindi necessita esso stesso per la sua stessa sopravvivenza di una trasformazione repentina in sinuosità di elegante e raffinata bellezza, aree intrecciate di estrema sensualità, curve addomesticate che si toccano e si attraggono,che si lasciano trasportare come se poste sull’acqua corrente, pronte a subire loro stesse improvvise mutazioni naturali e proprio di natura e specie pure si parla, quando le sinuosità assumono forme non meno riconoscibili se non ad occhi esperti che intricate come non mai rievocano appunto una sorta di “Brodo Primordiale” dove tutte le forme viventi dove inizialmente di pari dignità danno inizio al processo evolutivo vero e proprio; ed ancora laghi specchianti di inusitata bellezza e profondità, non fissi nella loro territorialità ma in continuo movimento che tutto assorbono e inghiottono,neri come non mai,ma pieni di luce e luminosità. Quale luce se non quella del proprio animo,del proprio io più profondo e interno,l’altro aspetto di noi stessi che non sempre riusciamo ad estrapolare dal nostro essere umani,pronto a fronteggiarsi con gli altri ma ancor prima con se stessi. Non si riesce ancora ad immaginare cosa comporterà tutto questo,quale sarà il risultato finale, quale lo scopo di tale ristrutturazione emotiva…Poi con il trascorrere del tempo si evince la superiorità di tale percorso,di tale evento. Una superiorità che solo il fluire delle varie unità temporali riuscirà a consacrare come tale.La fotografia viene talmente graffiata più e più volte fino all’esaurimento quasi totale se non proprio totale della cromatura (fotografica appunto) superiore esistente.
Silvio Balestra è un artista italiano astratto concettuale. Si e’ formato con studi scientifici e la sua passione per la biologia traspare nelle sue opere. Dal 2008 inizia con la fotografia digitale astratta, concettuale,