OPERA IN CONCORSO | Sezione Fotografia

 | relic

relic
holga lens su canon 60d, stampa fine art, cornice
40x60 stampa

Silvia Ottobrini

nato/a a Sestri Levante
residenza di lavoro/studio: Sestri Levante, ITALIA


iscritto/a dal 18 mag 2023

http://www.silviaottobrini.com


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Descrizione Opera / Biografia


relic, autoscatto
Diplomata ragioniera per sbaglio e in perfetto disaccordo con i numeri, segue la propria attitudine artistica lavorando nel settore delle belle arti, collabora con tutte le migliori ditte sia nella vendita sia nell’insegnamento delle tecniche.
Nel 2015 scrive un libro breve ed essenziale, una raccolta di pensieri intitolata ”Le cose semplici”, riprende
la pittura e la sperimentazione fotografica sentite come espressione del pensiero più intimo, e inizia un nuovo percorso d’arte.
Approfondisce gli studi dedicandosi in particolar modo alle anime, all’esistenza dei bambini non nati e al significato storico delle fiabe, espressi con l’uso nelle sue creazioni di bambole bisque vittoriane spesso recuperate solo in parte. Il suo approccio all’arte è denso di simbolismo, è decostruzione, analisi attenta di ciò
che non appare, è il racconto più intimo di sé, espressione del dolore, ferita, cicatrice. Una visione che va oltre il visibile e si trasforma in scultura, disegno, installazione.
Silvia Ottobrini esprime attraverso le sue opere sentimenti sofferti, un’urgenza espressiva che non può
contenere. Il suo lavoro è catarsi, espiazione, grido. Riconoscendo il dolore lo affronta, ne ha cura, tenta di
colmare il vuoto e ricucire le ferite, fino a farle diventare cicatrici forti e sicure. C’è passione, ma anche
tenerezza, c’è il bisogno di elaborare quelle parti di vissuto sotterrato nel profondo, mai digerito, non
elaborato, ancora dolorosamente presente, protetto da strati di ossa, pelle e paura. Ci sono forza e fragilità, il
coraggio di mettere a nudo le paure per non aver paura. I simboli che ne scaturiscono sono forme materiali
che cercano di spiegare l’inquietudine dell’anima.
Ed è proprio l’inquietudine e una particolare sensibilità che permettono all’artista di vedere oltre il visibile, il
punto di forza del suo lavoro. Quelli che chiama “frammenti” sono per lei parti reali di un ricordo che torna
presente, memoria che in questo modo, poco a poco, prende forma nella sua totalità. Presenza che resta, oltre
il tempo e lo spazio, immortale come l’anima. È affascinata particolarmente dalla struttura di certi sguardi,
l’energia che spande dagli occhi dando vita talvolta a un magnetismo che scompone il pensiero logico,
disarma fin quasi a confondere. Essi non sono visibili, si percepiscono, come i dolori che restano incastrati
dentro e sfuggono in uno sguardo che solo un occhio sensibile saprà cogliere.
Il simbolismo è una costante nell’espressione artistica che la distingue, ogni elemento ha un significato
radicato e profondo, evoluzione di un percorso intimo del pensiero che sfocia nell’opera ponendo domande,
diventando provocazione.