OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

 | Ignoto

Ignoto
scrittura, espositore, pc, casse
40 cm base - 36 cm profondit

Samuele Pullara

nato/a a Siracusa
residenza di lavoro/studio: Siracusa, ITALIA


iscritto/a dal 18 mag 2023


Under 35


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Descrizione Opera / Biografia


Dalla lettura del Saul di Vittorio Alfieri, ho intrapreso un viaggio riflettendo sulla figura principale dell’opera dalla quale prende il titolo, un sovrano, un prescelto di Dio, abbandonato nel momento della vecchiaia da quest’ultimo, che ha portato i propri favori a David, il nuovo prescelto. I conflitti si susseguono uno dopo l’altro, ma tutti hanno in comune il loro principio, ovvero Saul stesso, provato da una forte rabbia ed avversione nei confronti del prossimo, perfino dei suoi cari, eppure nulla di tutto ciò ha davvero a che fare con il Dio cristiano, bensì ha a che vedere con la figura di “Dio” in quanto entità superiore ed ignota, che ostacola la volontà di Saul, dell’uomo; ed a sua volta “Dio” non è che un feticcio, in quanto il conflitto di Saul è semplicemente dentro di lui, tra i suoi sensi di colpa, odio e amore nei confronti di David, rivedendo in lui un suo riflesso di ciò che era e di ciò che non può più essere; violenza ed al contempo una ricerca della pace stessa e la costante bramosia che lo riduce a calpestare la propria morale ed a scontrarsi apertamente con i propri figli tentando di allontanarli. L’intera opera non è che un monologo da parte del protagonista stesso, dalla quale ho estrapolato il suo terrore per l’ignoto, di ciò che gli riserva il futuro e di ciò che verrà anche dopo il termine della propria esistenza, un terrore alla quale reagisce in maniera estremamente eclettica dalla quale non trova ragione alcuna e creando degli spettri il cui tormento non fanno altro che portarlo infine ginocchio, concludendo l’opera nel ritrovamento del proprio senno ed “espiando” i propri peccati e liberandosi da quel supplizio con il suicidio. Da questa analisi sono poi passato ad osservare il libro più dall’esterno, ovvero da ciò che è il libro, un insieme di informazioni, di riflessioni, di idee, di cultura e di conoscenza, concentrato in pagine che rendono visibile e comprensibile tutto questo, grazie all’uso della grammatica, comprensibile a chiunque sia a conoscenza della lingua nella quale gli scritti vengono stampati sulle pagine, permettendo così che tutta questa conoscenza possa essere studiata, assimilata, evolvere in altre riflessioni, idee o anche reinterpretata. Il libro non si presenta più nella sua forma classica cartacea, bensì totalmente digitalizzato e riscritto con simboli provenienti da un altro Mondo, lasciando che sia il pubblico stesso ad attribuire al testo il suo valore, se essere studiato per essere compreso o messo da parte per rimanere ignoto. Allo stesso modo, il libro può anche di essere riscritto, di aggiungere ulteriori informazioni o banalmente venendo
tradotto in una lingua presente nel nostro Mondo, permettendo al libro di ripristinare il proprio valore tornando al punto di origine, ed abbandonando da quel momento quella sua elevazione derivata da uno stile proveniente da una civiltà sconosciuta. La conoscenza e l’apprendimento sono sempre un viaggio verso l’ignoto, ed una civiltà aliena, ci permette di espandere i nostri orizzonti. Quale sarà dunque l’approccio? Svelare quell’ignoto attraverso lo studio o lasciare ai prossimi questa possibilità, fornendo loro indizi?