Descrizione Opera / Biografia
L’ultima produzione del 2020 di SABRI’ è quella delle opere ispirate alla PANDEMIA.Infatti l‘artista nel periodo della quarantena e del lock down ha voluto lasciare una testimonianza alle generazioni future , di questi momenti infausti ,vissuti dall’intera umanità, creando un I° ciclo di 5 opere dal titolo Pandemia 1/5 genere materico eseguite con tecnica mista , con malta , sabbie e colori acrilici lavorati a spatola su tela ,nelle quali è rappresentato il pianeta terra che quasi implode sotto l’assedio del virus .
I diversi colori con cui viene rappresentato il pianeta rispecchiano i tre colori delle zone in cui è stata suddivisa l‘Italia a seconda dello scenario di rischio, e inoltre simboleggiano gli stati d’animo e i disagi che l’umanità sta vivendo sulla propria pelle a causa della pandemia . ma produzione del 2020 di Sabrì è quella delle opere ispirate alla PANDEMIA.
Infatt
Faustini Sabrina in arte Sabrì
Nata ad Alatri il 09/08/59 fin dall’infanzia ha dimostrato passione per il disegno , in seguito per la pittura e grazie ad un lungo esercizio nella pratica artistica e alla collaborazione con un gruppo di pittori guidati dal maestro d’arte”Benedetto De Santis “, dopo lunghi anni di “apprendistato di bottega “, ha affinato la tecnica pittorica e acquisito una sempre più accesa sensibilità e curiosità che alimentano la sua creatività artistica. Dal 96’ ha iniziato ad esporre in mostre personali e collettive presso gallerie ed enti pubblici in italia ed all’estero , ottenendo ampi consensi di critica e pubblico , diversi premi e riconoscimenti .
Nelle opere di Sabrina Faustini sono le variazioni dei colori ed è la dinamica delle forme astratte a delineare i significati, a generare sfumature di senso. Così i gialli riarsi dicono di una desertificazione crescente, che spenge ogni vita; e i bruni di una occhiaia al centro del quadro suggeriscono il maelstrom in cui la terra s’appresta a collassare implodendo, inabissandosi come in un buco nero; e lo stesso sistema di vacuoli insediato in cerchi concentrici interviene a marcare per similitudine la struttura di una devastante insidia virale; e la trama di una diramazione labirintica, segnale di una globalizzazione aggressiva e infida che non sembra contenere vie d’uscita, impiglia stringente la nostra realtà.
Nondimeno, un tratto chiaro di colore o un barlume, che affiora di mezzo al vortice che ingoia e che sprofonda, sembrano mutare la forma della materia dal concavo al convesso e far promessa di un qualcosa che rispunta per un’origine nuova; e il labirinto suppone una sfida che si vuole con termine abusato resiliente, quella sfida che intitola un celebre saggio di impegno culturale di Italo Calvino; e il deserto porta con sé, facendone mostra, le tracce antropologiche di antichi insediamenti e di antiche testimonianze degli inizi della storia dell’uomo, quasi suggerendo il senso di una durata che vuole resistere a qualunque umana, turpe pulsione distruttiva; e sulle mappe della pittura di Sabrina Faustini paiono scriversi le coordinate di un’isola che non c’è, l’utopia costruttiva che l’arte, come Peter Pan, ama spesso accarezzare.
Prof Marcello Carlino