Descrizione Opera / Biografia
Se l’essere umano è natura, può essere allo stesso tempo paesaggio? Forse possiamo costruirci, immaginarci o sognarci dentro al paesaggio, ma allo stesso tempo abbiamo bisogno di vedere ciò che ci circonda, allontanandoci. Gettare uno sguardo da distante, cercare un punto più in alto per vedere meglio, osservare rimanendo nascosti da qualche parte, prima di farci riassorbire dal flusso naturale.
Una carta geografica può essere il riflesso di uno stato d’animo, e la rappresentazione di un paesaggio può fornirci molte più informazioni tecniche di una cartografia dettagliata.
Questo dipinto è una stratigrafia geologica in cui gli elementi emergono naturalmente, grazie a molteplici punti di vista.
Nella mia ricerca indago il paesaggio dal punto di vista della percezione: sia a livello fisico e fisiologico, sia a livello culturale, ossia come la cultura occidentale, in particolare, ha determinato e costruito un’idea precisa di paesaggio.
Un passo fondamentale avviene nell’approfondimento e studio, dell’antico legame tra cartografia e pittura, nei loro intrecci, non dimenticando le funzioni culturali, sociali e politiche delle mappe. Ne conseguono ulteriori riflessioni riguardo l’idea di mappa, la sua funzione o perdita di funzione della stessa, l’idea di mappa-reliquia, che applico nella raffigurazione di una cartografia sentimentale in continuo mutamento.
Da qui avverto una necessità di transito sempre più forte e naturale. Da rappresentazioni cartografiche e psicogeografie, tradurre in percorso attivo nello spazio il rapporto e lo scambio diretto con il paesaggio: camminare.
Il camminare come mezzo essenziale per una maggiore conoscenza dell’ambiente, supportato dalla sperimentazione di una pratica di pittura nomade legata alla prassi documentaria, si slega dalla performatività dell’atto stesso, diventando tangibile ricerca attraverso i propri passi.
Il corpo come unità di misura dello spazio/tempo.
Riccardo Vicentini è un artista nato a Soave (VR) nel 1991. Nel 2013 è tra i fondatori e membro del Collettivo Coyote e nel 2017, consegue il diploma di I livello in Pittura e discipline dello spettacolo, attraverso il laboratorio del prof. Carlo di Raco, presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia. Nello stesso anno è fondatore e socio assieme ad altre cinque persone dell’associazione culturale e artist-run studio zolforosso.
Nel 2022 consegue la laurea magistrale in Arti Visive e moda, presso l’università IUAV di Venezia.
Tra le ultime attività: la mostra collettiva ”Raggioverde” curata da Michela Eremita, al Santa Maria della Scala a Siena; Delle foreste e delle acque, progetto a cura di Gianluca d’Incà Levis, a Dolomiti contemporanee, spazio di Casso; ha partecipato alla residenza della Bevilacqua La Masa di Venezia; fa parte del progetto Venice Time Case a cura di Luca Massimo Barbero.
Attualmente vive e lavora a Mestre (VE).