OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

 | Genesis

Genesis
penna 3d tutto a mano, plastica riciclata
156cm altezza, 85 cm larghezza , 42cm profondit

Riccardo Antonio Leone

nato/a a Camposampiero
residenza di lavoro/studio: Noale, ITALIA


iscritto/a dal 03 mag 2023


Under 35

https://www.instagram.com/riccardo_antonio_leone/?hl=it


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Descrizione Opera / Biografia


“Genesis” è una struttura tridimensionale realizzata con un prototipo di Penna 3d che utilizza come motore l’Intelligenza Artificiale e filamento di plastica riciclata. La Penna 3d infatti permette di disegnare sospesi nell’aria e da un lato, così come la lavorazione del vetro di Murano, di plasmare il filamento caldo che fuoriesce, realizzando dall’altro pensando al merletto di Burano, delle sorte di strutture di ricami materici. Al centro della ricerca vi è la relazione tra Uomo e I.A., dove viene evidenziato come, sia ancora l’uomo a guidare la Macchina e non viceversa.
La riflessione vuole richiamare al tema dell’inarrestabile progresso tecnologico che investe il nostro tempo e a come, nello specifico l’I.A. sia arrivata con un sistema di algoritmi a creare e riprodurre qualsiasi cosa. La vera differenza che rimane ancora con la creatività manuale dell’uomo è la sostanziale libertà nella creazione che è (ancora) in mano totalmente all’artista, unico padrone in grado di guidare lo strumento.
L’opera si presenta come un fluido astratto, deformato e filamentoso; nasce per raccontarci un momento di profonda crisi in seguito ad un evento destabilizzante, come è stata la pandemia di SARS-CoV2.
I bronchi costituiscono una “rete” fisica molto delicata e facilmente danneggiabile. Lo studio per realizzare l’opera si basa sul cambiamento che avviene a livello fisiologico prima e dopo aver contratto il virus: confrontando numerose radiografie polmonari effettuate su casi di persone infette nel 2020 in Veneto, e l’analisi di differenti inchieste mediche su come il virus andasse a colpire, comportando una scarsa ossigenazione del sangue e la conseguente compromissione di uno o più organi.
La scelta del colore richiama una metafora: il verde “kryptonite” vuole ricordare un elemento che indebolisce, oltre l’aspetto fisico facendone emergere nei risvolti psichici: vuoti e fragilità.
Quest’opera vuole spingere a riflettere ed interrogarsi sul ruolo della rete che si viene a creare, sia a livello mentale, che in maniera più fisica : può essa essere generatrice di vita e simbolo di resilienza oppure solamente intrappolare, senza lasciare una via d’uscita? Quale identità ne consegue, sebbene un’intelligenza artificiale possa riconoscere la propria esistenza in uno specchio, non può provare quel terrore esistenziale che la morte sia un’inevitabilità, lo spirito di sopravvivenza che demarca pertanto la linea di confine tra l’intelligenza umana e quella artificiale.
Visto il peso di soli 4 kg, l’opera viene installata sospesa tramite dei sottili fili in nylon, ad almeno 1 metro da terra.