Descrizione Opera / Biografia
I dipinti di Michela Gioachin si caratterizzano per l’uso del glitch.
“Glitch” è un termine utilizzato per indicare un breve difetto del sistema in vari campi di applicazione dell’elettronica. Applicato al suo lavoro artistico si trasforma da errore non prevedibile ad un linguaggio espressivo voluto, studiato e tradotto in immagini “elettricamente divise”, “sdoppiate”. Il glitch, lo spostamento, l’errore, l’elemento di disturbo o comunque lo si voglia chiamare, è usato in modo discreto e, per quanto estremamente caratterizzante, esso non si rende sempre immediatamente visibile.
In una società in cui l’attenzione alla forma e alla perfezione può diventare ossessiva, l’artista pone quindi l’attenzione sulle distorsioni visive, con la mescolanza tra tratti fortemente realistici e tempi di azione differenti all’interno della medesima rappresentazione. I suoi soggetti appaiono in alcune zone sfalsati, in altre sono nascosti da macchie che ricordano la corrosione e presentano leggeri sfasamenti che l’artista inserisce tramite il tratto pittorico, enfatizzando così anche il tema della mutabilità psicologica dell’essere umano.
In alcuni casi, il volto raffigurato sembra sdoppiarsi e conservare un velo di mistero sulla sua identità.
Volutamente la sua ricerca artistica racchiude in sé anche un paradosso. Tanto l’artista sceglie di rappresentare e celebrare attraverso un errore voluto l’imperfezione del genere umano, tanto il suo lavoro è impeccabile e minuzioso nella sua esecuzione. Tecnicamente si tratta di acrilici su tela, dove la materia è pressoché assente: il colore è diluito come un acquerello e steso a pennello per successive velature. Questo rende l’immagine ancora più disorientante perché simula la stampa fotografica, trattandosi invece di pittura.
Negli ultimi tre anni l’artista sta lavorando alla serie “Ferite”, attraverso il ritratto.
Ferite della psiche, disagi mentali, comportamenti che riguardano la nostra società.
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L’opera in concorso è “Delirio”.
Il delirio è un grave disturbo delle capacità mentali e del pensiero, generalmente ad esordio improvviso, che comporta principalmente uno stato di confusione e una riduzione della consapevolezza dell’ambiente circostante. L’uso di macchie che ricordano il test di Rorschach sottolineano l’aspetto psicologico del tema rappresentato.
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Michela Gioachin (1978, Vicenza) è un’artista laureata con lode in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Ha iniziato il suo percorso espositivo partecipando al “Premio Arte 2002” (nell’ambito del quale ha vinto il “Premio Accademia”) esponendo la propria opera al Palazzo della Permanente di Milano. Successivamente ha preso parte all’ “88ma Collettiva Bevilacqua La Masa” a Venezia e ad “Art Stays - International Visual Workshop” a Ptuy, Slovenia (2004) e alla collettiva “Spring juice” presso la galleria Andrea Arte Contemporanea di Vicenza (2005). Negli anni ha proseguito la propria attività sia creativa che espositiva partecipando a mostre collettive e personali in Italia e all’estero. Gli eventi espositivi più recenti hanno visto la sua partecipazione alla collettiva “In piedi, Signori, davanti ad una donna” alla OnArt Gallery di Firenze e alla bipersonale ”Loop” con Carlo Alberto Rastelli alla San Lorenzo Gallery di Poppi(Ar).
Tra i riconoscimenti è stata finalista al “Contemporary Award 2021” e ”Contemporary Award 2023”, contest internazionale IG promosso da @contemporary.paintings e finalista al “Premio Mestre di Pittura 2021”. Ora è finalista al Premio Marchionni 2023 nella sezione Pittura.