Descrizione Opera / Biografia
WHAT IF IT WERE LIKE THIS FOREVER?
”What if it were like this forever?” è una videoperformance che apre una riflessione sull’interazione tra uomo-territorio e territorio-governo, con un’attenzione particolare verso gli aspetti ecologici, storici e sociali del Sud Italia.
In questa performance, Granato si auto-reclude per 24 ore in un vecchio porcile nella campagna calabrese, vivendo in condizioni che emulano quelle di un suino. Durante questo periodo, l’artista si dedica esclusivamente a dormire, mangiare e riposare, ripetendo ciclicamente queste azioni come potenti metafore dell’isolamento culturale, politico ed economico che affligge molte regioni dell’Italia meridionale ,portando a un impoverimento della qualità della vita e riducendo talvolta l’esistenza degli abitanti a una mera sopravvivenza.
Granato, identificandosi con la passività animale, si presenta come un prodotto privo della capacità di autodeterminarsi, dipendente dall’esterno per il proprio sostentamento. Il cibo, costituito dagli scarti del padrone rimanda simbolicamente alle risorse scarse che vengono destinate verso le aree marginalizzate.
Configurandosi come un’opera che esplora la complessità delle interazioni tra uomo e ambiente, ”What if it were like this forever?” invita a riflettere sulle dinamiche di sfruttamento e marginalizzazione che influenzano profondamente le relazioni umane con l’ambiente circostante. Attraverso la sua esperienza diretta e intima, l’artista stimola una riflessione critica sul valore della vita umana e sulla dignità dell’esistenza in contesti di privazione. L’opera solleva interrogativi sul futuro dei territori meridionali, ponendo l’accento sulla necessità di un cambiamento che permetta di superare le condizioni isolamento economico, sociale e culturale.
BIOGRAFIA
Luca Granato (Cosenza, 1999) è un artista visivo con sede in Sud Italia. Si diploma in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro, dove oggi frequenta il master in Scultura Monumentale e Ambientale. Nel 2022 fonda Osservatorio delle Maree, un progetto indipendente di ricerca artistica che coinvolge artisti internazionali sul territorio calabrese. Nel 2023 è vincitore del concorso internazionale Searth - The European Video-Art Contest in the Adriatic Lagoon e riceve la menzione speciale della giuria in occasione del Combat Prize. Nel 2024 vince il Premio Arcipelaghi, promosso da Sistema3, e risulta tra i finalisti di Exibart Prize n.4 e Prisma Art Prize.
La sua ricerca trova radici nel writing e nella militanza popolare, che lo portano a riflettere sul concetto di terzo paesaggio, e si sviluppa come un’indagine a lungo termine sullo svuotamento del territorio meridionale e sulle complesse dinamiche delle relazioni umane con il territorio. Esplorando questioni etnografiche, storiche, intime ed ecologiche, i suoi progetti si configurano come un tentativo rintracciare connessioni tra passato, presente e futuro, osservando come le memorie individuali e collettive si intrecciano e si trasformano nel corso del tempo, influenzando le nostre interazioni e il nostro rapporto con il mondo che ci circonda.