L’opera “Cavallino” fa parte di una serie di dipinti che ha come soggetto piccoli oggetti affettivi personali e atmosfere, che evocano ricordi cari e potenti, e che si fanno scrigno, estensione e sopravvivenza di un vissuto. Custodi di memorie, sulle superfici di questi preziosi oggetti, si sedimentano, si impregnano e si sovrappongono ricordi, storie, emozioni e vissuti, generando strati invisibili di memorie che riemergono quando il nostro sguardo incontra nuovamente quel piccolo oggetto.
Attraverso la pittura ho rigenerato questo oggetto affettivo, un carillon a forma di giostrina con i cavalli, partendo da una fotografia dello stesso e dall’immagine mnemonica che ho di questo, generando una nuova immagine che vuole restituire e ricreare l’atmosfera personale legata ai ricordi evocati da quell’oggetto, ma anche la sensazione di emersione ed evocazione delle memorie.
Attraverso un processo di “riscrittura” dell’immagine di partenza attraverso la pittura, che avviene per velature, stratificazioni, cancellazioni e sfocature, ho generato un’immagine finale che si configura come una nuova apparenza liquida del soggetto di partenza, composta dalle sovrapposizioni percettibili e non di strati di colore, versioni e memorie dello stesso soggetto, segni e dettagli che riaffiorano in superficie o sprofondano, confondendosi con gli altri segni.
BIOGRAFIA
Gloria Franzin, nasce a Treviso (1999), frequenta l’Accademia di Belle Arti di Bologna dal 2018, dove consegue il diploma di primo livello in Pittura nel 2021 e continua tutt’ora i suoi studi frequentando il Biennio di Arti Visive-Pittura alla cattedra del prof. Caccioni. Nel 2022 studia per un periodo presso ArtEZ University of the Arts, Enschede, NL.
Prediligendo il medium della pittura, le sue opere e la sua ricerca artistica si focalizzano e affrontano tematiche quali la memoria, in particolare i processi di creazione, conservazione, appropriazione e riscrittura della memoria e delle immagini mentali, e la stratificazione, intesa come incrocio, incontro e sovrapposizione di molteplici sguardi altri e memorie su uno stesso soggetto o oggetto. La pittura diventa una pratica in qualche modo anche performativa, che ripropone e analizza dei processi mentali, nelle azioni del processo di creazione dell’immagine, legati alla memoria e al quotidiano; una pratica che si articola nel tempo, che genera delle dimensioni in cui familiare e non familiare, definizione ed indefinitezza si sovrappongono e la soglia tra le due rimane incerta, aprendo l’immagine a nuove visioni, nuove configurazioni soggettive.
Ha partecipato a mostre collettive fra cui: “Identità dissimili”, 2023, Otto Gallery Bologna; “Openshow”, 2023, Accademia di Belle Arti di Bologna, Bologna; “Première” a cura di Luca Beatrice, 2023-24, Eataly Art-House, Verona, IT.