Descrizione Opera / Biografia
“In biologia cellulare, Il nucleo cellulare è un compartimento dotato di membrana contenente la maggior parte del patrimonio genetico. La presenza o meno del nucleo è alla base della classica distinzione degli organismi in procarioti, con cellule prive di nucleo ed evolutivamente più antichi, ed eucarioti, con cellule nella quasi totalità provviste di nucleo. Posizione e forma del nucleo possono variare a seconda della funzione dello stesso.
Quest’ultima in particolare cambia notevolmente, generalmente seguendo la geometria della cellula; dunque cellule cilindriche avranno nuclei oblunghi, mentre cellule sferiche hanno nuclei della stessa forma.”
Il nucleo è quindi il centro, sede della vita stessa della cellula, a sua volta microscopico ed indispensabile organismo costituente di tutto il resto. A partire da noi stessi per arrivare a tutto ciò che ci circonda, l’acqua che beviamo, il pianeta su cui viviamo e l’intero universo.
Il macro diventa micro e viceversa, in un susseguirsi di variabilità di forme infinite e mai uguali a se stesse, che si muovono in una danza sinuosa nello spazio e nel tempo.
La serie di studi sulla variabilità, casualità ed incontrollabilità di come inchiostro e colore si muovono sulla carta e nell’acqua pur creando sempre la stessa forma e ripetendo gli stessi gesti, indaga sul concetto di ripetibilità ed unicità di ogni singola forma di vita, quasi passandola al telescopio in un ripetersi di immagini “radiografiche” che ci parlano di quanto ognuno di noi sia unico e speciale, e in senso più filosofico quanto il nucleo sia il nostro centro, quello a cui ricongiungersi e aggrapparsi per vivere e sopravvivere.
L’insieme di questi 20 studi va infine a creare una struttura solida e complessa che ha nel suo rigore e le sue cornici perfettamente squadrate, uguali ed equidistanti, una stabilità che rende il tutto armonico e non caotico; ordinato. La sensazione è di pace e serenità, come quando si riesce meditativamente a trovare un equilibrio interiore e di conseguenza anche con il mondo esterno. Pur mantenendo all’interno la nostra complessità intrinseca.
L’opera può essere presa nella sua totalità, ovvero con i suoi 20 pezzi, disposti nella posizione pensata dall’artista, oppure singolarmente, così che sia accessibile a chiunque prendere con sé un pezzettino dell’opera, scomporla e ricomporla a piacimento, così che si possano creare scissioni ed altre entità dell’opera stessa, che in questo modo diventa viva e in divenire. Le singole opere possono anche essere sostituite o rigenerate, in un continuo lavoro di ricerca dell’armonia e dell’essenza della vita, che è la vita stessa, ovvero il movimento.
Per questo l’artista su richiesta può creare altre opere da aggiungere o scambiare all’opera originale, in un continuo divenire evolutivo, a simboleggiare i nostri cambiamenti interiori, la maturazione emotiva ed intellettiva, ed in senso più ampio l’evoluzione stessa del singolo ma anche della specie.
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Giulia Gray (Firenze, 1981) vive e lavora a Firenze. Approccia alla pittura, alla fotografia e alla moda fin da bambina. Si diploma in moda e design all’Istituto Statale D’Arte, in design di moda al Polimoda, e in fotografia di moda e tecnica delle luci alla Fondazione Studio Marangoni - Firenze. Conseguita la laurea in Design si dedica prevalentemente alla Moda, lavorando come stilista di moda per diverse aziende del settore, progettando collezioni per importanti brand internazionali come Armani, Calvin Klein e Swarovski (2002-2022). I suoi abiti vengono scelti per sfilare al Premio Michelangelo e all’Art Cafè di Roma. Finalista al Premio Intimo 3 del Gruppo La Perla e al Mercedes Benz - Daimler Chrysler, espone a Villa Erba, Como. E’ fra i vincitori del premio fotografico Prospettiva Serre delle Serre Torrigiani, Firenze. Viene pubblicata su alcune riviste del settore fra cui vale la pena citare Vogue Italia. Dal 2021 torna a dedicarsi prevalentemente all’Arte Concettuale, utilizzando il mezzo pittorico e fotografico. Il suo lavoro indaga l’umano, il suo processo evolutivo attraverso il quotidiano, cercando di dare voce a ciò che nell’era social viene nascosto o scartato, reputato noioso o irrilevante, per mostrare la bellezza della verità nella sua forma meno appariscente. Si interessa all’irripetibilità nel ripetibile, guarda al macro attraverso il micro. Cerca un equilibrio lavorando su sistemi geometrici e minimali, sia in fotografia che in pittura, dando sempre uno spazio importante al gesto, all’intenzione. Cercando interazioni di carattere performativo che formino un legame circolare fra opera, artista, e spettatore.