Descrizione Opera / Biografia
Il titolo “ Perseverancia” richiama il concetto stesso di perseveranza, come costanza e fermezza nel perseguire i proprî scopi o nel tener fede ai proprî propositi, nel proseguire sulla via intrapresa o nella condotta scelta: virtù che impegna l’uomo a lottare per il conseguimento del bene senza soccombere agli ostacoli e senza farsi vincere dalla stanchezza e dallo sconforto. Infatti questa immagine surrealista nasce nel 2011 e da lì si sviluppa, diventando prima installazione vivente ricavata da un piccolo quadro, poi, nel corso degli anni arricchita di nuovi particolari fino alle dimensioni attuali e al sub e al suo cavallo nelle profondità oceaniche. Un paradossale autoritratto dovuto al gioco con il mio cognome: Cavallo, appunto. La declinazione del titolo in spagnolo indica che l’opera è stata realizzata in Colombia, a Bogotà. “A ben guardare la biografia artistica di Gianluca Cavallo, a seguirne gli sviluppi di un linguaggio pittorico in continua evoluzione – e talvolta perfino in aperta contraddizione, capace com’è di giocare al tempo stesso sul piano della grande dimensione e su quello della miniatura – a soffermarsi insomma sul suo repertorio figurativo, fatto di oggetti quotidiani in dialogo continuo con forme archetipiche e rimandi simbolici, viene in mente la celebre incisione di Albrecht Dűrer Il cavaliere, la morte e il diavolo. Anche qui abbiamo un cavaliere - propriamente un subacqueo a cavallo - impettito e compito nella sua muta nera; una soglia di dolorosa consapevolezza della morte e dell’aldilà, rappresentata da un corpus di opere che potremmo definire “di confine”; la rappresentazione figurata della tentazione demoniaca, sotto forma di disagio sociale e massificazione, incomunicabilità esistenziale ed indifferenza tra singoli soggetti. Ma l’analogia non è solo nominale. Davvero sembra di poter azzardare anche per Cavallo quella lettura in chiave fenomenologica che del celebre cavaliere di Dűrer dette Edmund Husserl (Ideen, 1913) spostando prepotentemente sul piano dell’indagine gnoseologica l’interpretazione iconologica dell’immagine e dei suoi rimandi simbolici. Perché il camino percorso da questo artista assomiglia ad un viaggio intrapreso, con ardore e vigore cavallereschi appunto, alla ricerca della verità di se stesso, cogliendo nella realtà delle cose di tutti i giorni, del loro sapore dimesso e quotidiano, lo stimolo per avviare un’indagine ben più profonda, esistenziale, incessante e sempre più incisiva nel tempo. Al centro c’è sempre l’uomo, paradigma del fare e principio dell’essere, motore dell’universo di sentimenti e stati d’animo che compongono il catalogo dell’artista come in uno speculum medioevale: scrupolosamente inventariati per essere finalmente restituiti alla comprensione. Sub a cavallo, icona stessa del cammino percorso e della momentanea condizione di stasi prima della ripartenza. Ma non è che un frammento di film, un fotogramma ingrandito per fermare l’attenzione dello spettatore e concedergli così il tempo necessario al discernimento, alla comprensione profonda. La carota è sospesa a debita distanza perché agisca da stimolo continuo ad andare avanti, senza mai perderla di vista ma anche senza poterla mai raggiungere e cancellare così in un morso.
C’è tutto il pensiero di Cavallo in questo bizzarro cavaliere degli abissi, metafora del viaggio interiore nelle profondità dell’io e, al tempo stesso, emblema araldico di un animo indomito e curioso che non si ferma appunto, ma procede.
” ( F. Strano )
Gianluca Cavallo nasce nel 1976. Da sempre incline al disegno a mano libera ,dopo un lungo apprendistato come decoratore per ville e sale private, nel 2002 consegue a Firenze presso l’Istituto d’Arte e Restauro “Palazzo Spinelli “ il diploma di pittore decoratore. Nel 2006 termina i lavori di realizzazione dell’intero impianto decorativo per la Chiesa della Madonna del Rosario in Silla di Sassano (SA) con 33 tele ad olio di notevoli dimensioni ispirate ai vangeli canonici ed apocrifi; è autore anche della progettazione architettonica interna. Nel 2008 la sua prima personale a Salerno presso Palazzo Sant’ Agostino ( sede dell’Amministrazione provinciale) presentata dall’artista Ugo Marano. Nel 2011 si trasferisce a Roma dopo un’antologica “ All’anagrafe Giovanni” nel suo paese d’origine: Sala Consilina. In quell’anno è finalista al Premio Celeste con l’opera “l’albero”. Nel 2012 inaugura una mostra a Roma ”L’universo è figura” e la proficua collaborazione con la “Creative Room Art Gallery “ che lo porterà nel 2013 ad esporre alla 55^ Biennale d’Arte di Venezia. Nel 2014 la Fondazione La Verde- La Malfa di Catania gli dedica una mostra “la giostra di Ismaele”. È del 2015 la partecipazione alla 1^ Biennale d’Arte di Roma ed il conseguimento del Premio Rock’n Art. Nel 2019 per TV 2000 realizza la scenografia per un programma televisivo ”Soul”. Attualmente vive con sua moglie Natalia Ponton tra il Vallo di Diano e la Colombia. Lavora con la Mmason Gallery di Bogotà.