Descrizione Opera / Biografia
Gabriela Azar Rubagotti, (nata a Santo Domingo nel 1995) è un’artista dominicana attualmente residente in Italia. Ha conseguito la laurea in Architettura presso l’Universidad Iberoamericana di Santo Domingo, Repubblica Dominicana e il master presso l’Istituto Marangoni di Milano, Italia. Nel corso degli anni ha sviluppato interessi ed esperienze in diversi campi creativi come le arti visive, la moda, l’architettura e l’interior design, che influenzano il suo lavoro e la sua ricerca artistica.
Le esperienze in vari campi concorrono a forgiare un gusto estetico e una sensibilità cromatica che la portano ad elaborare uno stile personale e identificativo. Il lavoro di Azar Rubagotti si distingue per l’uso di toni tenui, tratti audaci e fluidi, riferimenti alla natura, segni di colore dinamiche, riflessi metallici e l’importanza dell’estetica. Con una tecnica e un linguaggio personale tra l’astrazione e figurazione, l’artista compone una musica visiva e ci consegna tele vibranti di poesia che comunicano armonia. Armonia che alla fine non può che generare bellezza e serenità.
L’opera in concorso:
’Florecer’, 2024 - è identificativa dello stile astratto/figurativo che caratterizza il mio lavoro e dove cerco di creare un dialogo tra semplicità, armonia cromatica e fluidità di movimento mentre condivido emozioni interne, la bellezza della natura e il mio senso di pace e serenità attraverso la tela.
”Credo che il mio lavoro sia intrinsecamente connesso a chi sono, mentre creo attraverso ciò che ho dentro di me e la tela diventa il risultato di un processo di autoriflessione. Il mio lavoro parla di quell’autoriflessione, della natura e dell’inizio, dell’indispensabile e del permanente, dell’essenza del proprio sé che si materializza in ogni opera attraverso ogni pennellata e ogni dettaglio. Desidero che il pubblico si disconnetta dalla realtà, venga trasportato in una dimensione di tranquillità in cui vorrebbe restare, lasciarsi incuriosire e scoprire un luogo di purezza dove poter conoscere l’opera d’arte senza la necessità di cercare un significato nascosto, né di comprenderlo appieno, ma semplicemente di lasciarsi trasportare. Si tratta di sentire, percepire, vedere mentre l’opera diventa un’emozione ai propri occhi.”