L’opera è un mosaico di tracce di pelle, una forma di ritratto a figura intera del mio corpo, ogni tassello è un piccolo sviluppo fotografico e deriva dalla mappatura del corpo realizzata attraverso il contatto tra epidermide e nastro adesivo. I sali minerali, catturati attraverso il nastro adesivo, reagendo con il nitrato d’argento, danno vita a sviluppi fotografici off-camera. La pelle, involucro che separa e contemporaneamente connette al mondo esterno, diventa strumento per misurare e registrare la realtà. Il corpo sembra quasi scomparire, così scomposto in frammenti, si scorgono elementi di una figura umana (orecchio, bocca, palpebre), ma la fisionomia non è mai riconoscibile nella sua soggettività. Da sempre è la geometria a narrare il “creato” qualora non si possa o voglia ricorrere a immagini figurative, in questi mosaici le ri-composizioni sono una forma di rielaborazione laica della geometria sacra in cui il corpo diventa ”universale” non (più) riconoscibile e rappresentato, ma presentato nella sua matericità.
Francesca Piovesan nasce ad Aviano (Pn) nel 1981. Dopo aver conseguito il diploma presso l’Accademia di Belle Arti di Venezia partecipa a diverse collettive in Italia e all’estero, tra le esperienze più recenti: ”Io lei l’altra” al Magazzino delle Idee a Trieste; ”European Glass Context” al Bornholm Art Museum in Danimarca; ”Francesco Messina - Novecento contemporaneo” al Casino dei Principi di Villa Torlonia a Roma.
Tra le personali più recenti: ”Blocco” presso CAVEA Marini a Milano e ”S-Composizioni” presso Gaggenau DesignElementi a Roma.