Descrizione Opera / Biografia
L’opera presentata, DLSL_15, rientra in un percorso di ricerca intrapreso nel 2011 che intende, intuitivamente, ritrarre e fermare l’interiorità dell’autrice.
Rincorrendo la solitudine e la decadenza delle e per le stanze dell’animo, l’indagine si muove in continua, nervosa e necessaria evoluzione verso luoghi e forme che, da romantici, diventano spersonalizzati e asettici, da riconoscibili, si dissolvono in nebbiosità cromatiche, per poi, infine, sbilanciati, crollare sull’osservatore, foriere di un’affermazione non altrimenti esprimibile.
Gli spazi, i luoghi rappresentati, fanno da specchio all’autrice.
Non a caso, le tele non hanno quasi mai un titolo, bensì solo un acronimo, che le inserisce e raggruppa in delle serie specifiche, accompagnato da numero progressivo: le si può, infatti, considerare tutte degli autoritratti.
Coerentemente con l’ambito della ricerca in cui si inseriscono, esse, nella loro continuità, simboleggiano ognuna un passaggio decisivo nell’evoluzione del percorso stesso, in quanto fissano in forme geometriche e linee simmetriche, tendenti, negli anni, all’astrazione, un contenuto fino a poco prima espresso con segni e dinamiche più riconoscibili.
Si caratterizzano, inoltre, di volta in volta, per un respiro più ampio, una luce che, seppur più viva, non tradisce la cupezza dell’ambientazione visiva e psicologica.
Al centro vi è sempre l’architettura, nuda e privata della sua funzione principale, che è quella di servire l’uomo. E, nel momento in cui la si osserva, vinta dal tempo, abbracciata delle modificazioni naturali che sopraffanno la materia, pervasa dalla luce e dall’ombra che è naturalmente nelle viscere di ogni essere umano, essa si mostra affascinante e leggibile come la confessione di ogni animo.
Ma, soprattutto, inizia a vivere per se stessa.
Così anche nell’opera Dura Lux Sed Lux_15, nella quale, rimaneggiando il brocardo latino “Dura lex, sed lex”, l’autrice intende soffermarsi sullo studio della luce, che irrompe e dilaga nello spazio.
Il vuoto che ne viene investito, lascito esistenziale ma, al contempo, punto di partenza per un’indagine interiore, prende corpo e vita, si anima di direzioni, non esplicitamente indicate sulla tela, anzi, volutamente incognite.
La possibilità, infatti, è proprio l’inaspettato, vero protagonista che si muove, come nello spazio pittorico, così al di fuori da esso, invitando l’osservatore (e, per prima, l’autrice) a (re)agire.
Filippa Santangelo nasce nel 1980 a Siracusa. Nel 2009 inizia il suo percorso artistico presso Accademia di Belle arti di Catania, con indirizzo in Pittura. Vive e lavora a Catania.