OPERA IN CONCORSO | Sezione Video

Celina Zen Moscuzza

nato/a a Siracusa
residenza di lavoro/studio: Catania, ITALIA


iscritto/a dal 07 mar 2023


Under 35

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Descrizione Opera / Biografia


In Nero Ossidiana la luce lascia intravedere l’oscurità. L’essere umano sommerso dai fondali è quasi impercettibile. L’invisibile oscurità diventa luce riflessa e restituisce l’essenza. Le immagini di nero ossidiana sono una trasfigurazione delle premesse finora trattate: al centro l’essere umano vaga da solo in una nube oscura, con un punto di riferimento che rimane irraggiungibile, come il sole per Icaro. Prevale la lentezza, la ripetizione, in contrapposizione all’eccesso, le pause, la quasi monotonia, che portano alla riflessione e alla meditazione.
Lo specchio nero che viene inquadrato nell’opera video può essere inteso in due modi differenti: il primo luogo è una superficie che riflette una porzione del paesaggio come lo specchio nero di Claude Lorrain, strumento ottico pre-fotografico popolare tra il XVIII e XIX secolo e utilizzato dai pittori; ma lo specchio nero raffigurato nell’opera riflette anche l’essere umano che fluttua nell’immaterialità, come immerso in una fluidità spazio-temporale. Questa rappresentazione, quindi, rimanda anche agli specchi di ossidiana lucidata che portavano al petto gli dèi della mitologia precolombiana, e nel riflesso vedevano azioni e pensieri dell’umanità. La postfotografia crea un’immagine smaterializzata senza informazione e corpo, cioè un’entità trasmessa in flusso frenetico incessante, tra apparizione e sparizione.
Lo specchio evoca l’atto fotografico, tant’è che la prima macchina che appare nel 1859 viene percepita come uno specchio, cioè uno sguardo, dotato di memoria, conservazione, ma questa non è altro che un dispositivo, culmine di serie di macchine per vedere: il primo è lo specchio maestro per pittura, matrice per fotografia e contiene in sé la vera pittura (Leonardo). Oggi siamo nell’era dello specchio di massa e grazie alla rivoluzione industriale è diventato un oggetto di uso quotidiano, che fa anche da spartiacque tra io e soggetto dove ci si riconosce per poi disconoscersi, e si vede un’immagine solo speculare. Questo meccanismo crea un inganno e illusione, un’intermittenza tra ciò che si vede o si conosce. Per gli animali il riflesso può essere visto come nemico o alleato, mentre gli esseri umani possono anche riconoscersi. Gli specchi sono utilizzati dagli esseri umani anche per indagare l’identità, per costruire i nostri simboli, per incapsula una realtà simmetrica e/o occulta, il cui accesso è una tentazione. La fotografia ci parla del passato mentre la postfotografia del presente e ci mantiene in un perenne presente sospeso ed eternizzato. La memoria del passato viene sostituita con la nostalgia presente. In questo video viene rappresentato l’uomo come oggetto digitale e del digitale: un essere culturale digitale. Con la tecnologia digitale è avvenuta una frattura tra immagine e supporto, tra informazione e oggetto. La fotografia viene smaterializzata: diventa info pura, contenuto senza materia, visualità senza sostegno fisico, come le immagini in movimento di Nero Ossidiana.
Biografia Celina Zen Moscuzza, Siracusa 1995
Il suo sguardo è stato da sempre rivolto involontariamente
verso l’arte, esposto alle bellezze del sito Unesco del Val di
Noto, nella Sicilia Sud-Orientale. Questa esposizione alla
bellezza artistica, unita alle contaminazioni dell’ambiente
naturale, paesaggistico offerto dal territorio siciliano sono
parte della sua ricerca artistica. Nel 2014 si diploma presso
l’Istituto Statale d’Arte, indirizzo decorazione pittorica, a
Noto. Nel 2019 si diploma al corso di Pittura dell’Accademia di
Belle Arti di Catania, con indirizzo sperimentale nuovi
linguaggi. Nello stesso anno viene selezionata come
semifinalista al Premio Nazionale delle Arti, con il video
Nuotando nell’aria. Nel 2021 consegue il diploma biennale del
corso di Nuovi linguaggi della pittura con il massimo dei voti,
presso la medesima Accademia.
Dal 2016 ad oggi espone in Italia ed all’estero, in sedi private
e pubbliche: partecipa a mostre collettive, con opere
pittoriche ma anche con opere digitali, collaborando inoltre
con altri artisti nella progettazione di nft e realizzazione di mostre ed eventi.
La ricerca ha origine dall’osservazione di aspetti naturali.
Immagini evanescenti attraverso varie dissolvenze
trasmettono un senso di vuoto. La fotografia e il montaggio
video catturano e manipolano la luce, il movimento, il suono.
Emergono così nuovi mondi immaginari dalle sfumature del
visibile, catturando, immagazzinando l’impercettibile,
manovrato e restituito sotto forme di una nuova realtà. Lo
spazio fisico, il paesaggio, viene visto come opportunità di
esplorazione spirituale e materica in un dialogo tra opposti. Le
installazioni multimediali creano microcosmi fatti di colori
astrali, figure in movimento, rumori, che rimandano ad una
dimensione ipnotica.