Descrizione Opera / Biografia
Friuli Venezia – Giulia, durante gli anni ’70 ed ’80 del ’900 la regione più militarizzata d’Europa. Ultimo baluardo occidentale verso la ex – Jugoslavia ed il blocco sovietico. Chi abita in territori come questo il militarismo lo conosce molto bene ed il suo fallimento lo vede ogni giorno della sua vita, ovunque. Senza contare ciò che la politica militarista ha comportato in passato su questi territori a livello economico, sociale ed ambientale, ora il fallimento prende la forma di migliaia di ettari inutilizzabili, inquinamento, territori sconvolti, divieti, abbandono e degrado. Esempio ad imperitura memoria di una guerra persa da tutti fin dall’inizio. Centinaia di scheletri fatiscenti che compongono il paesaggio quotidiano, così quotidiano da essere diventato normale, invisibile.
E’ su questa normalità, su questi sistemi simbolici di cemento, eretti ed abbandonati nell’arco di pochi decenni che poggia la quotidianità di chi questi territori li vive. Una tragica normalità che rende il militarismo ed i suoi effetti un’abitudine con la quale convivere passivamente. Sistemi simbolici i quali hanno assunto carattere involontario di reliquia che incidendo sull’ambiente e sul paesaggio contano per l’idendità del nostro territorio quanto le sue tradizioni o la sua Storia.
Tavolo, sedie, 600 fotografie provenienti dall’archivio personale dell’artista che descrivonoe documentano i luoghi abbandonati visitati durante la sua attività
Enrico ”Carne” Tuzzi, friulano, nato nel 1985, autodidatta, pioniere dell’urbex art italiana, ricercatore scientifico ed eco attivista. Il suo percorso artistico, legato all’arte urbana ed al post-graffitismo, spazia ora tra la pittura e diversi progetti multimediali come installazioni, performance audio-visive e sculture. Numerose partecipazioni a festival nazionali ed internazionali di arte urbana ed esposizioni personali e collettive, alcune sue opere sono inserite all’interno della Collezione d’Arte dela Banca d’Italia.