OPERA IN CONCORSO | Sezione Scultura/Installazione

 | Castelli di carta

Castelli di carta
stampa serigrafica con pigmento ad ottone su calchi in polvere di marmo e ceramicoacrilico, ceramica acrilica e polvere di marmo, pigmento ad ottone, silicone
80 x 50 x 15 cm

Andisheh Bagherzadeh

nato/a a Tehran/Iran
residenza di lavoro/studio: Firenze, ITALIA


iscritto/a dal 18 mag 2023


Under 35

http://www.andishehbagherzadeh.com


visualizzazioni: 31

SHARE THIS

Descrizione Opera / Biografia


Statement:
Quando si passa permanentemente un confine, il passaporto acquisisce una valenza peculiare: condiziona qualsiasi spostamento, ogni attività ufficiale. Si trasforma per questo ed altro, in un oggetto di valore, prezioso esulando dal prezzo e simbolicamente sviluppa un attaccamento vitale. Diviene porta d’accesso alla possibilità. “Castelli di Carta” rimanda ad un gioco elementare: ho costruito con calchi in polvere di marmo del mio passaporto una struttura dall’apparenza poco stabile, giocando sul senso di valore e significatività. Il dualismo proposto vuole frapporre la preziosità del passaporto con la riproducibilità, la natura istabile ed i materiali impiegati dell’opera, creando un dialogo tra valore, qualità simbolica e leggerezza.
Andisheh Bagherzadeh (Tehran, 1993) inizia il suo percorso artistico all’età di quindici anni in Iran, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti per ragazzi di Tehran, per poi trasferirsi a Cipro e infine in Italia. Qui si specializza prima in pittura, poi in scultura e nuovi linguaggi espressivi presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze. Durante questi anni partecipa ad esposizioni, workshop, residenze, concorsi, ricevendo premi e pubblicazioni. Attraverso video, fotografie, sculture e disegni l’artista affronta gli effetti della migrazione e di come questa vada a modificare profondamente tutti gli aspetti dell’esistenza. Partendo dal legame con la patria, a quello con la lingua madre, fino a quelli meramente personali e familiari tutto viene consumato dalla distanza, ma anche dall’incontro con l’altro. Attraverso questo shock culturale la corazza della tradizione si disfa con tutto il suo peso e i suoi canoni limitanti, scoprendosi fragile, per poi lasciare spazio ad una nuova identità, un’identità “radicante”, che affonda le proprie radici non nel passato, bensì nel presente e le protende verso il futuro.