Questo quadro può essere interpretato in vari modi. Il primo è senza dubbio quello dell’emozione suscitata dai diversi elementi rappresentati. Una battaglia simboleggiata dalla scacchiera tra cellule cancerose e cellule sane, in cui l’intelligenza artificiale, grazie all’ottimizzazione da parte dell’uomo, finirà vittoriosa.
La seconda potrebbe essere una discussione sul bisogno di sentire, di sentirsi e quindi di fare, di presentare qualcosa, un’opera come in questo caso, a qualcuno o a se stessi. In un certo senso, questo solleva il problema dell’esistenza della verità. L’artista sarebbe colui che dà e si dà da sentire, presentando la verità di una situazione, di un sogno, piuttosto che la verità dell’attenzione. Questa verità può avere un potere veritativo maggiore per l’emotivo. Poiché si riferisce alla verità del fare per essere, non gli è mai sfuggita come in questo momento. Il dramma nasce allora quando, da questa vertigine di pienezza inconciliabile, l’artista trae la propria emozione vitale, da cui il titolo del quadro: Autoflagellazione o la piccola storia (falsa) della verità.