Descrizione Opera / Biografia
“I miei bambini”. Serie “I dimenticati. 2021. Guardate questi bimbi. Denti rovinati, ma sorriso meraviglioso e la fierezza nel portare la loro divisa scolastica. Sono bimbi poverissimi del Suriname che vivono di poco e ai quali dobbiamo dare una speranza ed una possibilità.
Ma non sono gli unici ad avere bisogno di scorgere una strada. Ci sono anche i ventenni di oggi come Sara, che vogliono affermarsi innanzitutto come donne, in un percorso di diritti ancora lungo e a volte difficile. E poi c’è la natura umiliata e uccisa e due bambini indigeni dell’Amazzonia che testimoniano la nostra indifferenza, incuria, egoismo.
I dati sono impietosi, basta dare un’occhiata al sito dell’Unicef per la situazione dei bambini, ai giornali per la discriminazione di genere e al telegiornale per sapere che anche quest’anno abbiamo bruciato in Amazzonia un territorio grande quanto l’Austria.
Ho dato a questi miei lavori la potenza dell’immagine, del colore, della luce, perché volevo portare alla luce temi complessi senza appesantire la leggerezza dell’arte, che sa essere potente, mai banale, mai superficiale … se usata con arte .------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
BIOGRAFIA
Magaly Arocha Rivas nasce a Caracas, in Venezuela.
Nel 1991 si trasferisca a Roma con un incarico diplomatico presso la Santa Sede e frequenta corsi di disegno e pittura, che prosegue dopo il trasferimento a Bologna, dove trova la sua identità d’artista in un linguaggio figurativo forte e appassionato.
Negli oli su tela i soggetti traggono ispirazione dalla natura, da figure femminili e ritratti, in particolare di ballerini, simboli di disciplina ed energia.
Altri ritratti sono dedicati alle sue origini. Magaly vuole ricordare emergenze sociali come nell’opera “Supplica” (2021) “Senza patria” o “Niña Yanomani”, dedicate ai bambini migranti e ai bimbi indigeni. Attraverso i suoi lavori Magaly fa diventare protagonista gli ultimi, i dimenticati e gli sfruttati.
La tecnica espressionista ne mette in rilievo la potenza fisica, delineando forti volumetrie e decisi cromatismi su sfondi materici. Spiccano le tensioni e i particolari dei corpi in una “perfetta imperfezione del corpo umano”.
Nei suoi dipinti grida quello che ha taciuto durante 23 anni di carriera diplomatica. Vuole smuovere le coscienze attraverso la forza delle immagini.
Le opere emozionano, pervase da una poetica originale e intensa, che l’artista dedica alla forza della Vita.