Descrizione Opera / Biografia
“Wind and strangers” è una serie fotografica concepita come un work in progress, in continua evoluzione. Un progetto nato da un’indagine visiva e sociale svolta dall’artista nelle campagne quasi deserte dei suoi luoghi di provenienza. Luoghi divenuti immaginari e utopici, riconducibili a tutti i luoghi desolati del mondo, destinati all’estinzione. Territori inaccessibili, privi dei servizi pubblici essenziali, di opportunità lavorative, di relazioni sociali e di mezzi di comunicazione adeguati.
Un tema preso in considerazione, soprattutto ultimamente, dopo lo scoppio della pandemia. Il primo lockdown avrebbe cambiato profondamente il rapporto tra i grandi centri e chi li abita, forse spingendo la popolazione urbana ad andare a vivere in campagna. Le conseguenze della pandemia hanno rappresentato una grande opportunità, sia per le città che per le campagne, cambiando il rapporto tra la vita cittadina e quella di provincia.
Qui la fotografia, e il fotomontaggio, hanno un ruolo immaginario: vogliono far vedere allo spettatore ciò che non esiste, ciò che l’occhio non vede, trasformando in immagine un viaggio virtuale, intuitivo, composto da cose pensabili ma non ancora realizzate. La fotografia diviene quindi uno strumento di connessione tra il visibile e l’immaginario, tra l’architettura urbana e quella di provincia, capace di stravolgere e trasformare l’identità nativa di un luogo.
BIOGRAFIA
Diplomata in Fotografia presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Giulia Dari è
una fotografa freelance e artista visiva, ha collaborato con la Cineteca di
Bologna, la Galleria Continua e il Photolux Festival di Lucca. Le tematiche
ricorrenti nella sua poetica fotografica sono: l’analisi e l’osservazione delle forme
d’identità in relazione al contesto sociale e geografico di appartenenza, e il
tentativo di superare la posizione di esteriorità dello sguardo fotografico.
Avvalendosi di immagini provenienti dal web, documenti d’archivio e tecniche di
montaggio digitale, molti dei suoi lavori mirano a creare una dimensione in cui i
confini tra realtà e finzione sono sospesi e indistinguibili, dove la lontananza nel
tempo e nello spazio del soggetto rappresentato si capovolge in eccentrica
vicinanza, provocando nello spettatore un effetto conturbante. Alcune sue opere
sono state acquisite dalla regione Emilia Romagna, ha partecipato alla residenza artistica “Surgiva loves Mart”
presso il Mart di Trento e Rovereto, e al progetto RIVA promosso dalla regione
Toscana e dalla FSM di Firenze, con la supervisione del collettivo Riverboom.