Descrizione Opera / Biografia
Indago sul tema della creazione, colta nel suo momento più ancestrale, quando ancora un feto non è altro che un miracoloso incontro di cromosomi. Quando ancora tutto è possibile eppure così complicato. Un evento così romantico e crudele, frutto di un istante e al tempo stesso di miliardi di anni. E l’acqua, il fluido, il liquido che circonda il tutto è l’elemento primordiale, centro di un continuo e incessante ingranaggio. E come un contagio lo sguardo si posa sull’inizio e la fine, sull’ove e l’altrove, sul niente e l’assai, sul forse e sul mai.
Ilaria Finetti nasce a Siena e frequenta l’Istituto d’Arte, diplomandosi in pittura. Da subito presenta un amore ed una predisposizione verso la tecnica dell’acquerello.
La sua passione per l’illustrazione la porta poi a frequentare la Scuola Internazionale D’Illustrazione di Sarmede, dove ha la possibilità di perfezionarsi con il maestro Arcadio Lobato.
La sua formazione pittorica la conduce verso una ricerca che fonde il linguaggio poetico dell’illustrazione per l’infanzia con un codice più astratto e surreale, fatto di grandi campiture, figure oniriche e fluttuanti che galleggiano tra le trasparenze dell’acquerello, evocando mondi fantastici e visionari.
La sua arte prende ispirazione dal mondo della natura, dal microcosmo, dalla biologia.
Tema ricorrente nelle sue opere è la maternità, il processo di creazione dell’uomo e l’intrinseco legame con l’acqua, centro dell’ingranaggio della vita.