icon-ititaicon-enengicon-dedeuicon-frfraicon-esesp

FaceBookTwitterOpere Bookmark and ShareAddThis

OPERA IN CONCORSO  Sezione Grafica

Giovanni Dradi | Il Rapido 904
vedi ad alta risoluzione

Il Rapido 904
incisione su rame, acquaforte
300x400 mm

Giovanni Dradi

nato/a a Milano

residenza di lavoro/studio: Milano (ITALIA)

iscritto/a dal 09 mag 2015

Altre opere

Giovanni Dradi | Piazza della Loggia

vedi ad alta risoluzione

Piazza della Loggia
incisione su rame, acquaforte e acquatinta
251x325 mm

Giovanni Dradi | Piazza Fontana

vedi ad alta risoluzione

Piazza Fontana
incisione su rame, acquaforte e acquatinta
321x235 mm

Giovanni Dradi | Bologna, la stazione

vedi ad alta risoluzione

Bologna, la stazione
incisione su rame, acquaforte e acquatinta
297x400 mm

Descrizione Opera / Biografia


Giovanni Dradi, figlio d’arte, ha studiato alla Scuola Superiore d’arte del Castello di Milano con il pittore Mantica e con lo scultore Paganini. Le prime opere pittoriche degli anni ’63/64 hanno un carattere di astrazione, ma poi i temi tendono ad essere più espliciti e oggettivi.
Dopo il 1970 la pittura è figurativa e rivolta a tematiche umane in cui l’uomo è colto nei momenti esistenziali: nei luoghi di lavoro, dell’emarginazione, del tempo libero. Alcuni titoli delle opere sono: “metropolitana”, “ingorgo”, “bar Giamaica”, “parcheggio” ed altri come “zona A di Seveso”. Significativa la mostra collettiva tenutasi a Milano alla Rotonda della Besana: “Aspetti della ricerca figurativa 1970/1984” curata dall’Università Statale. Dradi studia la tecnica dell’incisione su metallo con il pittore ticinese Mario Marioni e nel ’75 nasce un ciclo di incisioni all’acquaforte su rame.
Un tema è quello delle“Stragi” svolto in 5 stampe e raccolte nella cartella: “La morte, la carne e il diavolo”. Seguono altri cicli d’incisioni: per esempio“La Terra”, con soggetti legati all’ambiente naturale. Dal ’78 pubblica una cartellina numerata, “Gli Specchi”, che affianca alla stampa incisa, una lirica d’autore contemporaneo.
Nel 1985, Dradi è testimone della valanga di fango fuoriuscita dai bacini di una miniera che si riversa sul paese di Stava in Trentino e che cancella amici ed ambiente; è un evento tragico che scuote la sua sensibilità e influisce sulla creatività con interrogativi esistenziali che palesano quel
dualistico rapporto natura/cultura in cui la natura è spesso violata dall’uomo. Su questo tema Dradi produce opere di pittura, scultura, incisione, dal carattere informale, metafora di un ambiente annullato e privo di forme riconosciute (Aleph Milano’91). Solo dopo il 1991 si apre una nuova stagione di ricerca pittorica che recupera i valori della natura: nascono opere di paesaggi alpini visti nel loro aspetto e senso primigenio (CAI 2007 “ Dal Bianco alla Marmolada”) e poi ancora, nel 2009 a Bormio ( “Dalle Grigne allo Stelvio”).
Negli anni ’90 Dradi lavora ancora sulla scultura intorno a diversi temi, alcuni in particolare, legati alla cultura scientifica contemporanea come l’universo del microcosmo biologico. Alcuni titoli come “L’occhio del destino” che rappresenta una cellula in “mitosi”con due nuclei, vuole significare che lì, in quella cellula, c’è il nostro programma vitale, per altri versi quel rapporto natura/cultura ci lega indissolubilmente. In pittura ha proseguito la ricerca del senso della natura, “l’anima mundi”, in cui, per esempio, “le vette” alpine, da pietre primarie dell’universo, diventano osservatorio del mistero cosmico dell’infinito.